Attenti alla connettivite

Avete mai sentito parlare della connettivite? No? Sì? Qualche volta? In effetti, c’è in giro una vaga conoscenza di questa patologia, perché se ne parla da poco tempo (dal 1971) e la ricerca medica non ha ancora di essa un quadro ben definito. Di certo si sa che colpisce in maniera subdola e i primi sintomi sono quasi sempre trascurati, o confusi con altri, comunque lievi, ma che poi con gli anni evolvono fino a raggiungere intensità gravi e perfino invalidanti. Ma che cos’è la connettivite?

La connettivite è un’infiammazione del tessuto connettivo. E fin qui… Ma il problema è che il termine indica un insieme di varie patologie di tipo autoimmune, cioè di quelle alterazioni del sistema immunitario in grado di modificare la funzionalità anatomica dei distretti interessati. Per dare un’idea della complessità del problema, esistono tre tipi di connettiviti: connettivite differenziata, connettivite indifferenziata, connettivite mista. La prima fa’ parte di quel gruppo di connettiviti aventi manifestazioni cliniche riconosciute e che permettono diagnosi certe. La seconda è invece caratterizzata fa una sintomatologia che presenta varie forme per cui la diagnosi non può essere definita con precisione. La terza è caratterizzata dalla compresenza di vari sintomi riscontrabili in diversi tipi di patologie reumatiche alle quali la diagnosi si deve di volta in volta riferire.

Proprio perché i sintomi sono vari, eccone un rapido (e non esaustivo) elenco:

  • dermatomiosite ((atrofia, indolenzimento muscolare);
  • lupus eritematoso sistemico (astenia, febbre);
  • polimiosite (dolori articolari e muscolari);
  • sclerosi sistemica (gonfiore delle articolazioni, perdita dei capelli).

Le cause della connettivite non sono, come si diceva, ancora chiare, ma sicuramente sono da cercare  con l’attività di un misto di fattori comprendenti dati genetici, endocrini e ambientali. Il tessuto connettivo svolge funzioni molto importanti, dal momento che protegge gli organi avvolgendoli in una vera e propria guaina, la quale entrando nei tessuti determina una struttura di sostegno, che nella terminologia medica si chiama “stroma”. Per la cura, dipende dal tipo di connettivite. Nell’indifferenziata, ad esempio, prevale il sintomo più evidente. Detto questo, nei casi lievi, antinfiammatori e analgesici; mentre nei casi gravi, farmaci in grado di interagire col sistema immunitario del soggetto interessato. E, a proposito di soggetto interessato, se si tratta di un podista…? Abbiamo visto che la connettivite inerisce l’intero metabolismo…, e nel podismo, sport che impegna nel suo svolgimento l’intero organismo, questa “minaccia” può insinuarsi… Abbiamo anche visto che si tratta di un tessuto connettivo deteriorato… Le fibre bianche, neanche a farlo apposta, sono più delle rosse costituite da questo tipo di tessuto… I dolori muscolari che a volte infastidiscono il podista, potrebbero dipendere da questa avanzata, e per certi aspetti silente, della patologia… Fisiologicamente, succede che quando il sistema metabolico è compromesso, le scorie dello sforzo dei muscoli possono ristagnare nel tessuto connettivo senza essere espulse, come avviene di solito. Tali scorie assurgono a vere e proprie cellule dannose per l’organismo, inducendolo a reagire con la malattia… E poi, si sa, più avanti si va’ con gli anni e più si diventa possibili ricettori di qualsiasi patologia, connettiviti incluse…

Insomma, stiamo dicendo che un consulto con il proprio medico di fiducia è davvero necessario. Anche ai primissimi segnali… E anche col pericolo di essere scambiati per esagerati… Prevenire è sempre meglio che curare. Non preoccupatevi. Il vostro medico saprà indirizzarvi, perché vi conosce. E non si… curerà… delle apparenze della vostra emotività, ma avrà… cura… soltanto della vostra effettiva situazione.

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