L’alternanza del ritmo nel podismo

Correre (quasi) tutti i giorni, ti fa’ incontrare tante persone, le più disparate e, a volte, le più disperate… Nel senso che può succedere d’imbattersi in podisti alle prime armi, che non sanno davvero come comportarsi con alcune realtà podistiche, in grado di minacciare l’appena nascente entusiasmo; per cui uno come me (40 anni di esperienza) si sente in dovere d’intervenire, prima di tutto per fugare dubbi e poi per infondere coraggio a proseguire. Vogliamo chiamarla esperienza? Sincero amore per il podismo? Massì…

Così, ti ritrovi subito a precisare certe cose, regolatrici e basilari del podismo. Non so, ad esempio che esistono gare su strada e su pista, che esistono gare di 10 km o di 21 km o di 42 km (virgola 195…), che esiste la necessità di tanto in tanto della giornata di riposo, e purtroppo anche l’eventualità di dover provvedere ad un qualche infortunio, eccetera eccetera. Ma l’altro giorno ho notato con stupore che una cosiddetta regola, quella dell’alternanza del ritmo negli allenamenti del podismo, è abbastanza disattesa. E me ne sono rammaricato, perché così non dovrebbe essere, specialmente da parte di chi è podista da molti anni. Cos’è accaduto…?

Mentre si correva in gruppo, confidavo agli amici, neofiti ed esperti, che con mia grande sorpresa, pur avendo svolto nella giornata precedente un lavoro anaerobico, mi sentivo in perfetta efficienza fisiologica. Mi venne detto, dall’ amico esperto: “E vai…!” Risposi: “Errore. Devo alternare il ritmo di corsa…”.

In realtà, a parte rarissimi casi, che non costituiscono perciò letteratura in materia, si deve sempre alternare un giorno di corsa impegnata ad un altro di corsa più blanda. Lo si deve fare, per consentire al corpo un pieno recupero organico. Si può ovviamente correre in maniera veloce per due giorni consecutivi, ergo fare due lavori consecutivi, magari uno di corsa media ed un altro di corsa in progressione di velocità, ma si corre il rischio di contrarre un qualche infortunio.

Due sono i motivi a indurre qualche podista a commettere questo errore: 1) leggere o sapere di podisti assoluti che corrono due volte al giorno; 2) sentire che le gambe vanno da sole, come si dice in gergo. Ma è opportuno non dimenticare mai: 1) i podisti assoluti, nella maggior parte dei casi, corrono due volte al giorno (al mattino, corsa lenta e al pomeriggio allenamento impegnato); 2) le gambe… è meglio che non vadano da sole (il podista amatore deve sempre sapere quello che fa’, in base ad una tabella di allenamenti che si è dato, tradotto, deve saper correre forte, ma sede anche saper correre piano…).

Ecco perché mi sono stupito da quello che ha detto l’amico podista che corre da molti anni. Possibile che lo abbia dimenticato…? Ma molto probabilmente è quello che accade qualche volta anche a me. E’ talmente grande la voglia di correre, di sentire l’ebbrezza del vento sulla faccia quando lo si fa’ in maniera veloce, di sapersi parte integrante con il proprio corpo e la natura, che tutto il resto assume un’importanza relativa e secondaria. Questo momento si chiama felicità!

 

 

 

 

 

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