Più o meno nel podismo

Nella vita, e nel podismo, si sente spesso questa domanda: “Come va’?” A cui fa’ seguito, quasi sempre, questa risposta: “Più o meno…” Risposta quanto mai generica, che potrebbe non  riflettere in verità il senso della domanda stessa, se è stata cioè veramente sincera e vogliosa d’informarsi circa le nostre reali condizioni, o voleva essere  un semplice approccio colloquiale. Ma se nello specifico la domanda fosse rivolta a un podista, come andrebbe… interpretata?

Nel podismo, il “più o il meno” si calibra in base all’obiettivo che si prepara, ovverosia, dal puro e semplice jogging fino all’agonismo “più o meno” spinto delle varie gare su pista e su strada. Così, tanto per fare un esempio, chi pratica il podismo solo per stare bene in salute, fare un po’ di moto e adottare uno stile di vita corretto che lo allontani dal divano…, dovrà fare “più” corsa aerobica e “meno” km; senza premunirsi di una vera e propria tabella di allenamenti.

Il discorso si amplia a dismisura per le gare su pista, soprattutto per quelle di velocità e ad ostacoli, perché com’è facilmente intuibile richiedono in modo consistente un “più” di tecnica, laddove cioè  si richiede una base formativa molto diversa dalle gare di corsa lineare. Cioè, la tecnica per le gare su pista si riferisce alla capacità di “frazionare” il gesto della corsa nei vari punti della specialità, per poi ovviamente rinforzarli, migliorandone le capacità funzionali. Salvo poi inserirli nell’ambito della corsa in generale. Mentre, ad esempio, in tutte le gare su strada, essenzialmente, la tecnica che si richiede è quella rapportabile al corretto stile di corsa, tale da rendere produttiva ed economica la falcata.

Per le gare su strada il “più o meno”, schematicamente, si riferisce alle gare di fondo (10 km e Mezze maratone) e alle gare di fondo prolungato (Maratone e Ultra). Un podista abituale, nel porsi come obiettivo una 10 km o una Mezza, dopo l’iniziale e indispensabile periodo di “costruzione”, “più” corsa aerobica (resistenza) e “meno” anaerobica (resistenza), deve poi insistere su “più” velocità, con delle prove intervallate (ripetute) e con delle corse progressive. Chiaramente, per una Maratona e soprattutto per una Ultra, il podista dovrà curare “più” la corsa “aerobica” (resistenza) e “meno” quella “anaerobica” (velocità), magari cercando di curare, cioè allenare, specialmente nel caso di una Maratona (la gara di fondo prolungato più partecipata), la classica e utile corsa media, che resta il tipo allenamento da privilegiare in questo caso.

Quindi, attenzione a quando un podista risponde al nostro “come va’?”, con un “più o meno”: chissà a quale gara sta pensando….

 

 

 

 

 

 

 

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