La bellezza della donna podista

Come una vecchia canzone diceva “son tutte belle le mamme del mondo”, così noi consideriamo tutte belle le donne che corrono. E pensiamo bene. Infatti, di un uomo che corre, noi pensiamo “fa’ bene”; mentre di una donna che corre, pensiamo che “è bella”. Ma che cos’è la Bellezza per una podista? Esiste un canone di riferimento? E ancora, è possibile rapportare la bellezza di una podista a quella di un paesaggio, o di un’opera d’arte? Troppe domande, troppi àmbiti. Meglio limitarsi alla Bellezza che non è statica, a quella che si manifesta nelle azioni umane.

Secondo il nostro modestissimo parere, una podista è bella (ma una qualsiasi donna) quando possiede tre B, quando “nell’esercizio delle sue funzioni” è:

  • Maschietti, non sbagliate volutamente il dittongo, omettendo la “u”: sareste troppo banali e financo volgarotti. Qui, per “buona”, posta in cima alla ipotetica classifica dell’importanza, s’intende “buona d’animo”, vale a dire senza cattiveria innata, altruista, comprensiva, incapace di fare del male.

  • Non significa che dev’essere una podista (o una persona) in grado di correre a 3’ e 30” al km, o di svolgere un’attività lavorativa di alto prestigio, o comunque di essere nel suo ramo un’autorità riconosciuta. No. Per “brava” significa che deve possedere un minimo di cultura diciamo moderna, che non abbia ad uggia leggere qualche buon libro, che sappia discutere anche di argomenti non podistici, che voglia cercare di imparare cose nuove, che faccia tesoro dei propri errori e delle proprie esperienze, anche se negative, ecc.,.

  • In ultimo, la cosa che per prima “salta agli occhi”: l’estetica. Per essere bella, la podista deve avere certe proporzioni. Abbiamo convenuto che la prima cosa che si vede in una donna è il viso (il bacino viene al secondo posto), cominciamo da questo. Sorvoliamo sullo “strabismo di Venere”, che è uno dei trucchi che ha messo in opera madre natura per alimentare la libido. Gli occhi (meglio se “occhioni”) devono essere allineati con il lobo superiore delle orecchie. Il naso, possibilmente non pronunciato, deve terminare in linea con i lobi inferiori delle orecchie. Le labbra devono risultare a chi le osserva come se fossero sempre umide e carnose (il rossetto serve a questo). I capelli devono accogliere e comprendere con morbidezza tutto quanto. Direte voi: “E il bacino? Aspettavamo questo!” Qui è meglio non “addentrarsi”; ognuno faccia e sappia come meglio crede. Si ricordi solo che è sempre faccenda di proporzioni: se la linea immaginaria delle anche non supera quelle delle spalle, siamo esteticamente a posto.

Per finire, una riflessione importante. La B che si deteriora è la terza; le altre due B non solo non invecchiano, ma con gli anni possono perfino migliorare.

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