Se al podista nasce un bebè
La vita atletica di un podista, di qualsiasi età e condizione esso sia, è scandita da un’abitudine, fatta di allenamenti, orari, eccetera, solo raramente interrotta parzialmente da impedimenti vari, situazioni familiari, motivi di lavoro e, purtroppo, infortuni. Ma in una circostanza particolare, il podista deve letteralmente alzare le mani, cioè deve arrendersi di fronte alla ineluttabilità di ciò che gli è capitato e che tra l’altro ha fortemente voluto che accadesse: la nascita di un bebè…
In questo caso, bellissimo e festoso, tutto cambia, indipendentemente se si tratta… di un papà o di una mamma… Certo, per la podista, la situazione è… ancora più grave… La mamma, già 6 mesi prima del lieto evento ha dovuto smettere di correre e per i 3 mesi susseguenti dovrà ancora restare ai box… E’ facile immaginare perché…; il suo corpo doveva adattarsi fisiologicamente all’atto più importante della sua vita e dopo deve riabituarsi (gradualmente) alla vecchia e sana abitudine di fare sport. A questa situazione, già di per sé abbastanza impegnativa, alla mamma spettano altri “gravami”, quali l’allattamento, i “pronti interventi” (i malanni dei neonati), le pappe, i pannolini, e via discorrendo. Avete mai visto un papà sbrigare tutte le innumerevoli faccende neonatali? E mai lo vedrete… Sì, egli collaborerà, si farà carico…, per quanto potrà…, ma alla mamma spetterà diciamo… il 70% del lavoro…
Cosa dovranno fare comunque, per entrare nel merito, i podisti ai quali nasca un bebé? Detto già parzialmente della podista e intanto che passino i mesi della sua “riabilitazione”…, senza che abbia nessuna fretta…, cosa dovrà e potrà fare il podista?
Innanzitutto, dovrà cancellare dai suoi programmi una possibile partecipazione ad una qualche maratona, per il semplice motivo che il tempo che avrà a disposizione non sarà più quello di una volta, quando si poteva permettere di svolgere allenamenti lunghi. Per cui, è meglio concentrarsi per delle gare corte e che… si svolgano nei paraggi della sua abitazione… Sono anche da escludere, gli allenamenti che richiedono un notevole impegno mentale, come quello delle ripetute; può capitare di non aver dormito bene durante la notte e la concentrazione che richiede questa seduta di allenamento potrebbe non risultare ottimale, magari dopo solo un paio di prove. Meglio quindi optare per dei progressivi; così si mantiene una condizione accettabile e si allena comunque il corpo a tutti i vari tipi di corsa. Non dovrà nemmeno essere categorico l’impegno di correre tutti i giorni; basterà correre a giorni alterni, cercando di effettuare la corsa lenta sempre in modo sciolto, avendo cura dello stile in tutti i suoi aspetti. Per non perdere completamente il senso della velocità, va’ bene anche un po’ di fartlek, sia pure non estremizzato: un’alternanza di 5’+1’ è l’ideale. Le stesse ripetute, se il podista è colto da “nostalgia”, possono essere corse, ma riducendo la distanza: invece dei 1000, ad esempio, i 400 e i 200, magari alternati, possono sortire gli effetti sperati, sia dal punto di vista psicologico che fisiologico. E poi “approfittare” del periodo, per fare molto più esercizi di allungamento e di irrobustimento di addominali, di dorsali e di braccia, cosa di cui, bisogna ammetterlo,… c’è sempre una certa necessità. Così, mentre magari il bebè è alle prese con la poppata, stretching e quant’altro può essere svolto in totale tranquillità e soddisfazione.
A questo punto però dobbiamo considerare un aspetto non tanto infrequente nel variegato campo del podismo. Finora abbiamo detto di un podista papà o di una podista mamma. Ma se il bebè che nasce (usiamo il termine “bebè” perché è “neutro”, e vale sia per i maschi che per le femmine) putacaso dovesse avere entrambi i genitori podisti…? In questo caso sarebbe il bebè più fortunato del mondo! Conosciamo qualche caso del genere e siamo testimoni di averli visti crescere sempre sorridenti e felici, al seguito dei loro genitori. E qualche bebè, e non è ovviamente un caso, ce lo ritroviamo poi ottimo campione in tutte le gare podistiche.