Le castagne del prete a Natale, nel periodo più dolce e bello dell’anno

Prima o poi dovremo riconoscere un merito speciale agli ecclesiastici, per… l’eccellenza gastronomica napoletana… Dopo l’invenzione della sfogliatella e della crostata da parte delle suore, hanno voluto dare il loro contributo anche i preti, anzi il prete, con le ormai famose e classiche “castagne del prete”, le quali, nel periodo natalizio sono assolutamente indispensabili. Ma perché si chiamano “castagne del prete”? Deve riguardare un qualche prete senz’altro e non ad esempio un vescovo, o un cardinale, e neanche un monsignore… In questi casi, succede sempre così: la storia si confonde con la leggenda. E poiché la leggenda è più affascinante della storia (perché la si può raccontare, arricchendola di particolari e di sfumature), essa prende il sopravvento; ed ecco che noi scartiamo l’origine di un qualche monastero fin dal tempo dei Borbone (la castagna è originaria dell’Irpinia, in particolare di Montella), e preferiamo riferirci ad un prete che a suo tempo trasformò… una disgrazia in una grazia… del palato. Ecco cosa si racconta.

Ad un prete poverello venne donato un carico enorme di castagne. Egli, per il trasporto non aveva che un mulo macilento. Nell’attraversare un fiume, tutte le castagne caddero in acqua. Per cui i paesani, del prete e del mulo, si fecero beffe. Ma il prete non si scoraggiò. “Sopportò pazientemente le persone moleste” e raccolse tutte le castagne, una ad una, recuperandole. E poi le mise ad asciugare, accendo un fuoco. Senza saperlo, questo prete inventò le famose castagne, inaugurando una tipica lavorazione che adesso cercherò di spiegare.

Appena raccolte, le castagne vanno essiccate. Esse vengono poste in un “gratale”, una struttura in legno a due piani. Al piano inferiore viene arso il legno (di castagno, ovviamente), in modo tale che le castagne poste al piano superiore, e opportunamente rivoltate, perdano gradualmente la loro umidità. Giunte all’essicazione, le castagne così ottenute vengono tostate e per 7 giorni lasciate a mollo in acqua, affinché risultino più morbide. Il fuoco viene tenuto acceso per 15 giorni, poi vengono tostate per un mese circa. Tutta questa preparazione, che richiede una cura meticolosa, dura grosso modo un mese. Dopodiché le castagne del prete sono pronte per farsi gustare.

Esiste anche un fantomatico “metodo del prete”. In che consiste? Nel mettere le castagne in delle casse contenente acqua e vino, per renderle ancora più saporite. Lo sapevate? Anzi, lo sospettavate? Comunque, le castagne così ottenute sono gustose e zuccherine tali da essere ritenute una vera propria prelibatezza, veramente indispensabile, del periodo natalizio. Non a caso, maturando ad ottobre, le castagne possono conservarsi per 3-4 mesi, proprio in coincidenza del periodo più bello e… saporito… dell’anno!

Grazie a quel prete….

 

 

 

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