Un ritrovamento, archeologico e podistico, ad Ercolano, nell’anno 3000

Noi di “Podisticamente”, che possediamo una fervida immaginazione e una macchina del tempo…, abbiamo fatto un’incursione nel futuro, nell’anno 3000, per vedere se c’era qualcosa di interessante circa il nostro sport preferito. E abbiamo subito fissato lo sguardo sullo schermo programmato del  “look-future”, zummando sulla cartina geografica dell’Italia. Incredibilmente, ci è apparso il rilievo geografico della zona di Ercolano, in quanto si evidenziava la grande scoperta archeologica avvenuta qualche giorno prima. Mossi da stupore e curiosità, ci siamo immersi nella notizia.

Ebbene, la scoperta ha dell’incredibile: intorno all’anno 2000, ad Ercolano, a correre non erano i robot, ma gli esseri umani…! Ma come, ci si domanda, è possibile? Non è che l’archeologia è pilotata, perché ci vogliono far credere che la nostra decadenza dipende dal mancato esercizio fisico? Non è che assistiamo a un ritorno dell’intelligenza naturale che da sempre si oppone a quella  artificiale, pacifica e costruttiva? E come faremmo, noi come società, a costruire strade, ponti, meccanismi sofisticati, per tutti i disbrighi, anche lavorativi, necessari alle nostre comunità? Senza i robot si dovrebbe tornare indietro nella storia e nel tempo, e tornare a divedere gli esseri umani in classi sociali agiate e disagiate, in ricchi e poveri. E comincerebbe a scarseggiare sia il cibo che la morale!

Ad ogni modo, pare che sotto una coltre vulcanica, alta circa 20 metri, siano venuti alla lice i resti di un’antichissima civiltà, di circa 1000 anni or sono. Perché ad Ercolano? Perché lì, il Sommo Artefice dell’universo ha posto un vulcano, chiamato Vesuvio, che sembra dormiente, ma che essendo un vulcano esplosivo e non effusivo, ogni tanto, anche a distanza di secoli, erutta.. Pare che sia il vulcano più terrificante di quella ampia zona che una volta si chiamava Europa.

Cos’hanno trovato? Poche cose, ma molto significative: un brandello di elenco con alcuni nomi e un resto di un tessuto con un disegno e una parola. Cominciamo dal tessuto. Sono raffigurati due esseri umani, un uomo e una donna che corrono, sullo sfondo s’intravede un monte senza cima, verosimilmente un vulcano e una scritta al centro, “PODISTICAMENTE” che sovrasta un’altra posta in basso, “HERCULANEUM”. Gli esperti assicurano che è un caso alquanto strano, poiché la parola centrale, che sembra caratterizzare l’attività principale della coppia, è parola tratta dalla lingua italiana (antico idioma dei nostri antenati), mentre quella in basso è presa dal latino, una lingua ancora più antica di quella italiana. Strana, questa dicitura. Perché mischiare due lingue? Forse, per fare sfoggio di cultura? Sappiamo che gli antichi erano piuttosto vanitosi. O forse per simboleggiare una sorta di continuità storica attraverso la corsa? Veniamo all’elenco. Colpisce l’attenzione il nome ripetuto due volte: “VOLPE”. Forse i due dell’immagine? Chissà. Ma poi leggiamo anche “FALCO”. Ciò induce a pensare che probabilmente il territorio di Ercolano fosse pieno di vegetazione, con una ricca varietà di animali. Comunque, che le donne praticassero il podismo appare chiaro anche da un altro nome che affiora nel reperto: “DONNE”. Quindi, Ercolano doveva essere una comunità che manteneva un buon contatto con la natura e con l’emancipazione dei costumi in senso lato. Una città che era al passo dei tempi, nel senso moderno di allora, che sapeva mettere insieme il rispetto dell’ambiente con le proprie tradizioni culturali, praticando il gesto sportivo più rappresentativo per la civiltà degli uomini di una volta.

Poveretti…, come li compiangiamo…Parliamo di un’epoca dove tutto era demandato agli uomini, senza potere avvalersi dell’aiuto dei robot. Ecco perché a quel tempo, sul pianeta, c’erano sempre guerre, divisioni sociali, inquinamenti ambientali, sfruttamento delle risorse e cose di questo tipo. Poveretti…, ancora non avevano capito che l’uomo, lasciato libero al suo destino di decidere la propria e altrui vita, è del tutto sprovveduto; e che quindi risolve tutto con la cattiveria e con la sopraffazione degli uni sugli altri. Ora invece, che bello, fanno tutto i robot… Nessuno lavora, nessuno compie sforzi inutili, nessuno fa’ sport….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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