Allunghi, perché e come

Uno degli aspetti podistici meno “frequentati ed esplorati”, molto probabilmente, sono i cosiddetti “allunghi”. Spesso se ne ha conferma, a giudicare da alcune osservazioni fatte tra podisti, sia durante che dopo qualche allenamento non risultato “pienamente rispondente agli esiti sperati” proprio per un’equivoca, per non dire contraddittoria esecuzione, o perfino mancata esecuzione, degli allunghi. Sembra davvero che ai più sfugga questo elemento del “corredo podistico”, come se ne potesse fare tranquillamente a meno, salvo poi, in alcuni momenti, accamparlo come scusante nel corso di una sofferta performance. Ed ecco il nostro piccolo contributo alla causa podistica, sul “perché” non si dovrebbero trascurare gli allunghi e sul “come” andrebbero svolti.       

Perché si fanno gli allunghi? Per svariati motivi, ma soprattutto per “sciogliere” le gambe, ovvero per favorire un adeguamento fisiologico al ritmo che s’intende intraprendere (nell’immediatezza di una gara breve), o per un ripristino della brillantezza organica (al termine di un allenamento prolungato di corsa lenta), o per migliorare la tecnica di corsa (concentrandosi in un allenamento specifico). Fin qui, quindi, la teoria, la necessari età, l’opportunità di fare gli allunghi, se non sempre, almeno tutte le volte che si rendono utili, il che non avviene di rado…, bisognerebbe sempre tenerlo bene in mente. Anche, ovviamente, in base alle realtà podistiche che si vanno ad affrontare. Alla partenza di una maratona, ad esempio, fare degli allunghi non è proprio una cosa irrinunciabile, mentre prima di una 10 km, sarebbe meglio non trascurare di preparare il proprio organismo a qualche “assaggio” di quello che dovrà essere il preventivato ritmo gara da tenere.

Come si fanno gli allunghi? Qui il discorso è più pratico e bisogna scendere nei dettagli. Intanto, gli allunghi sono da intendersi come accelerazioni progressive, non come sprint, durante le quali le braccia oscillano vorticosamente, il busto è inclinato leggermente in avanti, l’appoggio è senza dubbio sull’avampiede, le ginocchia sono abbastanza alte e i talloni quasi sfiorano la natiche. Poi, gli allunghi vanno effettuati su di un tracciato (meglio se pianeggiante) di 50, massimo 100 metri; minimo 5, se dopo un allenamento di corsa lenta, minimo 10, se si vuole dedicare l’allenamento ad una seduta di tecnica di corsa. Quanti secondi deve durare un allungo? Dai 15 ai 30. E, dopo aver corso un allungo, bisogna tornare al punto di partenza, camminando a passo spedito, per poi ripartire di slancio per il successivo. Un’ultima cosa che forse è meglio sempre ricordare, è che gli allunghi da fare dopo una seduta di corsa lenta (che sono i più frequenti), devono essere preceduti da un 5’ di pausa, durante la quale è opportuno fare dello stretching.

Appendice ironica. Perché gli allunghi si chiamano così? Perché “allungano” l’allenamento….

 

 

 

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