L’antica e strenua lotta degli adipociti

 

Ma insomma, quanti chili si perdono, diciamo al mese, se si corre regolarmente? C’è chi dice tanto, c’è chi dice poco, ma nessuno si azzarda a dire una cifra precisa. Perché? Certo, dipende da “quanto” si corre e da “come” si corre, però hanno ragione coloro che non si spingono oltre una generica affermazione che la corsa faccia dimagrire, ma che non si possa indicare la precisa quantità. Sapete perché? E’ tutta colpa degli adipociti.

Gli adipociti sono le cellule del tessuto adiposo. Dette cellule sono specializzate per l’accumulo di grasso. Quindi, gli adipociti sono cellule deputate all’accumulo di grasso che eventualmente cedono all’organismo in caso di necessità: per la protezione dal freddo, per la difesa dai traumi esterni, per un’improvvisa richiesta energetica (come ben sanno i maratoneti quando superano il 30° km in una maratona…).

Ecco contro chi combatte il podista, o comunque chiunque voglia dimagrire: gli adipociti. Ma perché il nostro corpo contiene gli adipociti? Bisogna fare qualche passo indietro, di qualche… diverse migliaia di anni. La specie umana, per sopravvivere, ha dovuto evolversi mediante qualche “stratagemma”, per difendersi dalle intemperie della natura. Non era facile sopravvivere a temperature rigide, o a lunghi periodi di astinenza alimentare, per cui ha dovuto adattare la sua struttura fisica e genetica. Nei lunghi periodi di freddo, o di difficoltà ad approvvigionarsi di cibo, doveva trarre dal proprio interno le risorse necessarie per resistere. Come conseguenza, alcune cellule si sono fortificate e specializzate nella conformazione ideale di una riserva di materiale organico da utilizzare in questa evenienza; ma che non fosse di immediata utilizzazione, bensì che ne fosse in un certo qual modo ostacolato il rilascio, cioè rallentato, essendo un patrimonio prezioso, da non sprecare immediatamente. Ecco che quindi gli adipociti si sono connaturati nella nostra specie come quelle cellule che si depositano nel nostro organismo sotto forma di grasso (e che in certe società cosiddette civili risultano… antiestetiche) e che sono difficili da eliminare: sono state abituate a funzionare così da secoli e secoli di adattamento alla vita sulla Terra. Non a caso, se andiamo a curiosare sulle immagini degli uomini, e soprattutto delle donne, nelle società primitive, troviamo che la bellezza era in quei soggetti che oggi si definiscono obesi, perché essi rappresentavano la quasi sicurezza di una buona discendenza, di una buona capacità di affrontare quelli che una volta erano i veri e temuti pericoli sulla Terra.

E allora, non c’è dieta che tenga, che sia a zona, o ipoproteica, o vegetariana, o altro ancora: per eliminare il grasso, cioè gli adipociti, bisogna senz’altro fare movimento e nel frattempo che gli adipociti facciano il loro mestiere, cioè rilasciare lentamente il grasso, rassegnarsi ad una dieta che sia quanto meno equilibrata e che sappia rispondere soprattutto all’esigenza, quasi irrinunciabile, di mangiare poco ma bene.

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