Partire forte, partire piano, partire così così

Se dovessimo dire qual è il momento più difficile in una gara, diremmo che è quello della partenza.

La gara si divide in tre momenti: partenza, svolgimento, arrivo. Stabilire il “com’è”, è diverso a seconda dei casi. Ma dalla partenza può dipendere l’esito finale.

Si dovrebbe dire “partire veloce”, “partire lento”, “partire una via di mezzo”, né veloce né lento, ma come? Prendiamo il caso di un podista che corre (in gara) a 4’ al km. Il “veloce” è a 4’, il “lento” a 5’. E quello che sta in mezzo? Sono troppi, una cinquantina di secondi! Allora, cosa fare? Come partire?

Se si parte forte, si rischia di non avere carburante nel finale. Se si parte lento, si rischia di non riuscire a recuperare lo svantaggio cumulato. E’ un bel problema, ma che deve essere risolto nell’ambito degli allenamenti preparatori alla gara.

Un amico esperto della corsa ci diceva, quando eravamo agli inizi, che l’ultimo chilometro deve essere più veloce del primo. Voleva dire che la nostra corsa doveva essere omogenea, con uno spunto finale un po’ più veloce, tanto si concludeva lo sforzo. Non voleva certamente dire che il primo chilometro doveva essere molto lento, o semplicemente lento; solo che l’ultimo doveva essere più veloce dei precedenti.

La soluzione è quella nota alla maggior parte dei podisti: si parte come si sta. Nel senso che ognuno sa come è “arrivato” alla partenza, con quali allenamenti, con quale condizione, con quale esperienza di gare alle spalle. Se si corre a 4’ al km, allora la partenza non sarà inferiore alla velocità di 4’ al km, né superiore a quella di 4’ 10” – 4’ 20” al km.  Il resto lo farà la strada, la gara, la tensione, la capacità di sofferenza.

 

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