I rischi che si corrono…, correndo di sera

Andare a chiedere a un podista mattiniero, com’è nel nostro caso, qual è il momento migliore per allenarsi, è come chiedere a un bambino se gli piace il cioccolato. Se insistete e mostrate delle  perplessità al riguardo, lui vi elencherà alcune deprecabile evenienze che, dal punto di vista podistico, andrebbero evitate. Proviamo ad elencarle.

Primo. Quando si corre di sera, è quasi superfluo farlo notare, l’aria è già bella satura di smog, dovuto al traffico cittadino, che ormai “investe” anche i centri isolati, quelli cosiddetti periferici, con la sola eccezione dei luoghi ormai molto rari di campagna. Ma ormai, al calar del sole, l’aria è satura di anidride carbonica e di sostanze inquinanti, c’è poco da fare. Bisogna mettere in conto, anzi nei polmoni, un certo quantitativo di sostanze tossiche.

Secondo. Correre di sera può essere un utile espediente se non lo si è potuto fare durante il resto della giornata. Ma se diventa una prassi, allora bisogna mettere in conto che si arriva all’allenamento con una buona base energetica già spesa, fra le calorie impiegate dal metabolismo basale, quelle dedicate all’attività lavorativa qualunque essa sia, e via discorrendo. Qualcuno potrebbe obiettare che si corre soprattutto per scaricare lo stress. E’ vero, però è ugualmente vero che non si arriva all’allenamento carichi di energia. E allora che si fa’, soltanto corsa lenta?

Terzo. Se si programma un allenamento serale, bisogna mangiare almeno un panino un paio di ore prima del cimento. Ciò potrebbe “rivoluzionare” il sistema alimentare del podista, a meno che non faccia parte del normale corredo alimentare. In questo caso è meglio, anzi doveroso, mangiare prima della corsa soltanto carboidrati, lasciando le proteine al pasto serale, avendo cura che esso risulti nutriente e di facile digestione, il che non sempre è facile da realizzare.

Quarto. Correre di sera implica in particolar modo la sicurezza, elemento sempre presente per il podista, è chiaro, ma in particolare di sera, a causa del calo della visibilità. Indossare quindi abiti catarifrangenti diventa un’assoluta necessità, oltre ad utilizzare tutti gli accorgimenti tipici del podista stradaiolo. Ecco, chi avesse la possibilità di allenarsi su pista, allora può disattendere questi suggerimenti. Dovrebbe però mettere in conto una certa dose di noia…

Quinto. Riserviamo l’ultimo caso a quello che meno ci aspetteremmo… Quando effettuiamo un allenamento anaerobico, che ci impegna al massimo delle nostre capacità, noi accumuliamo una tale quantità di adrenalina che poi facciamo fatica a smaltire facilmente. Spesso non è sufficiente una bella doccia calda, una cena frugale e un sereno commiato dai propri familiari, per… abbandonarsi fra le braccia di Morfeo… E’ come quando assistiamo, di sera, ad una partita di calcio della nostra squadra preferita. Anche se si è vinto la partita e si è del tutto soddisfatti, resta in noi un’eccitazione tale da impedirci letteralmente il sonno ristoratore. E’ vero? Si chiama “scarica di adrenalina”. Può anche succedere che l’allenamento ci abbia troppo provato le fibre muscolari, per cui si verifica quel fenomeno che spesso abbiamo provato… sulla nostra pelle…, e cioè che non si riesce a riposare bene, quando si è troppo stanchi.  

 

Siamo stati convincenti?

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