Le più belle brutte gare

Ci sono gare che, a causa di condizioni meteo avverse, magari sopravvenute, non vorremmo correre, ma che una volta disputate, non vorremmo non aver corso… Sono, queste, le più belle brutte gare. Cosa avviene, nella mente del podista, in simili occasioni? Vale forse la pena di soffermarsi sull’argomento, perché il podista se lo ritrova di fronte almeno un due o tre volte all’anno, specialmente durante i mesi primaverili e autunnali, quando… Giove Pluvio innaffia il mondo… e dimentica il rubinetto aperto… A dire il vero, esistono altre gare che si disputano in… condizioni estreme…, soprattutto le ultra e quelle tormentate da temperature elevatissime; ma qui vogliamo concentrarci su quelle piovose, le quali si disputano con una frequenza molto più accentuata.

Ripetiamo: cosa avviene, nella mente del podista, in simili occasioni? Si va’ dalla serafica e supina accettazione dell’inevitabilità, alla ricerca di espedienti che possano ridurre gli inconvenienti indotti dalla pioggia; un atteggiamento mentale che si sposa con la ricerca degli indumenti più consoni. Sì, perché se indossare gli indumenti giusti in gara è fondamentale, lo è a maggior regione quando la pioggia minaccia di essere presente, oltreché alla partenza, verosimilmente lungo tutto il percorso.

Cominciamo dalle parti basse… E’ inutile che ci preoccupiamo di limitare il danno con le calzature: rassegniamoci, le scarpe e i calzini si bagneranno. Meglio occuparci delle parti alte… La prima cosa che la pioggia,,, tocca è il capo, per cui dovremo munirci di un berrettino, con una buona e larga visiera, nel caso noi fossimo soliti correre con gli occhiali. Per le spalle e il busto è sempre consigliabile usare uno smanicato, oltre a una maglietta a mezze maniche; una semplice canotta è insufficiente, perché il problema in questi casi è mantenere la temperatura corporea costante e la canotta non garantisce questa condizione. Può sembrare esagerato, ma sono da evitare i k-way e i guanti; il motivo è da ricercare nel tentativo di non appesantire troppo gli indumenti, visto che la pioggia sicuramente inzuppa, e quindi aumenta il… carico, di tutto ciò che si indossa. Bisogna ricordarsi che qualsiasi podista cerca sempre di ridurre il peso dell’abbigliamento e l’acqua della pioggia che si deposita sugli indumenti favorisce il carico da trasportare nella corsa, rallentandola. Comunque, si era detto sì dell’abbigliamento, ma anche dell’atteggiamento mentale che scaturisce nella mente del podista, quando si accinge a disputare una gara bagnata. Ecco, questo è un altro aspetto da non trascurare. Tutti i podisti corrono nella natura, sottoponendo l’organismo a tutta una serie di reazioni psicologiche atte a risvegliare il loro l’innato senso della reazione a ogni tipo di avversità Si può verificare che i podisti abbiano introitato il meccanismo psicologico del superamento della paura mediante l’emozione della gara, in questo caso, con la pioggia. Viene fuori cioè l’istinto dell’animale uomo che nei millenni di sopravvivenza ha sviluppato la capacità, del tutto istintiva, di reagire alle avversità, facendo leva sulle emozioni.

Infatti, non è un caso che numerosi podisti conseguano in gare con la pioggia degli inaspettati e ottimi risultati agonistici, con perfomance che neanche sospettavano di potere conseguire, tali da farli ritenere, negli anni a venire, queste gare, come… le più belle brutte gare.

 

 

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