Correre con la pioggia
Sappiamo di podisti che non corrono quando piove. Questo ci offre l’occasione di occuparci di ciò che avvicina alla corsa e, per converso, di ciò che ne allontana: una bella giornata di sole, o una grigia giornata piovosa.
Ma, superata la fase iniziale della molla che spinge un sedentario a diventare podista, si dovrebbe convenire che correre tutti i giorni o quasi, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, parrebbe una scelta comprensibile, dal momento che sarebbe velleitario supporre di correre sempre e soltanto in condizioni di tempo sereno. Quindi pensiamo che ogni podista metta in cantiere la possibilità di correre anche in presenza della pioggia, magari sopravvenuta, nel caso fosse uscito comunque con delle nuvole, come si dice, gravide di pioggia. Nel caso, invece, “resistano” podisti che si arrestano all’uscio di casa alle prime gocce di pioggia, vuol forse poter dire che costoro interpretano la corsa con vero e genuino spirito goliardico, che ci piace affermare, è probabilmente l’approccio sportivo più apprezzabile.
Tuttavia, se si vogliono conseguire risultati cronometrici e non soltanto salutistici, bisogna dire che correre con la pioggia, specialmente se ci ritroviamo in una giornata dedicata ad un “lavoro”, è davvero necessario, chiaramente, se non si è in presenza di un autentico nubifragio. Ecco dunque alcuni suggerimenti a chi volesse correre con la pioggia:
Cominciamo dalla testa, che è… la prima cosa che si bagna. Portate sempre con voi un berrettino, quello classico con visiera. Se la pioggia dovesse sopravvenire ad allenamento iniziato e se avete già un copricapo (meglio quello aperto e con i copri-orecchie), può essere applicato senza problemi e consentire il gocciolamento della pioggia davanti e non sugli occhi.
Un’altra parte esposta del nostro corpo che subito si bagna e si raffredda, perché non si muove, sono le mani, per la qual cosa usate i guanti.
Per il busto, una giacca o comunque un abbigliamento impermeabile. Se è di fattura tecnica, che cioè consente una buona traspirazione (se il sudore si accumula, vi appesantisce e vi affatica), bene, altrimenti usate una forma smanicata.
Indossate materiali catarifrangenti, per ovvi motivi: ricordatevi che non siete soli sulla strada, che per altro quando piove diventa più scura, e che soprattutto gli automobilisti possono avere più di voi problemi di visuale.
A seconda dell’intensità della pioggia, valutate quali pantaloncini indossare, se a gamba lunga tipo calzamaglia, o da ciclisti. Questo particolare va’ affrontato al pari di quello delle scarpette: rassegnatevi, dovete bagnarvi. Solo, fate attenzione a dove mettete i piedi, perché una semplice e in apparenza innocua pozzanghera, potrebbe celare un’infida e pericolosa buca. Dotatevi della stessa natura “prudenziale”, nell’affrontare tratti ricoperti di fogliame o che vi possano sembrare scivolosi: uno sbilanciamento brusco ed improvviso, potrebbe causarvi distorsioni o fitte che a “caldo” non si notano, ma che poi sotto la doccia… presentano il conto. E a proposito di doccia, inutile dirlo, cambiatevi subito, anche se siete all’aperto, e indossate indumenti asciutti. L’operazione dev’essere rapida ed è consigliabile abbia questa tempistica: se siete in casa, 5’; ma se vi trovate all’aperto…, non più di 5”!
Si potrebbe verificare il caso che piova ininterrottamente per circa una settimana: che fare? Si sa che dopo un 5/6 giorni di forzata inattività, specie in procinto di una gara che si è ben preparata, vanifica quasi del tutto quanto fatto. In questo malaugurato, ma non infrequente caso, si fa’ un bel “corto veloce”, fatto precedere da un efficace “riscaldamento” fatto in casa, mediante un’accurata serie di stretching e di saltelli, per una durata complessiva non inferiore ai 10’.
Ma poi, diciamo la verità: correre per i podisti significa correre nella natura e, qualche volta, farlo nella pioggia diventa veramente piacevole e perfino inebriante!