L’esempio dei campioni per i podisti amatoriali

E’ innegabile che ogni podista prende sempre a modello qualche campione, anzi, a volte più di uno, sia “in campo” (i vincitori) e sia “dietro le quinte” (gli allenatori). I campioni servono (anche) a questo. Altrimenti, che campioni sarebbero? Essi devono trainare il movimento, devono dare l’esempio, devono dimostrare, come diceva Mennea, che il talento non basta, se non è seguito dallo sforzo e dall’impegno quotidiano protratto nel tempo. Però, è anche facile che accada un qualche fraintendimento, che cioè un podista possa prendere troppo alla lettera una tabella capitatagli per caso tra le mani, o perfino che l’abbia ricercata pervicacemente (oggi è più facile) in cartaceo sul web. Sarà meglio, quindi, operare un qualche distinguo, nella speranza di essere utili ad aprire uno squarcio di consiglio sul come non esagerare, per così dire, in un’eccessiva immedesimazione.

Procediamo subito con qualche esempio, che è… la strada meglio percorribile, per i podisti amatori.

Si sa, lo dicono tutte le tabelle, che il ritmo della corsa s’incrementa, facendo le ripetute. E’vero, non c’è alcun dubbio. Ma se, ad esempio, poniamo un campione acclarato corre una serie di ripetute del tipo 20×1000, in cui ogni prova è corsa a 2’ e 30” con recupero di 1’, non per questo il podista amatore lo deve imitare, è ovvio. Quest’ultimo dovrà compenetrarsi nella sua effettiva sfera personale e, sia pure con degli allenamenti graduali, per intensità, è meglio che persegua su di un piano strettamente soggettivo che possa via via andare ad avvicinarsi, mai raggiungere, certe prestazioni del campione, sempre da prendere solo a modello di riferimento. Cioè, una bella serie di 10×1000, corse a 3’ e 20”/30”, con recupero non eccedenti i 3’ possano andare più che bene. Sarà poi il tempo, inteso come qualche mese di questo tipico allenamento settimanale, a determinarne gli auspicabili progressi,

Vogliamo fare un altro esempio?

Si sa, lo dicono tutte le tabelle, che bisogna differenziare i tipi di corsa, fra la corsa lenta, la corsa media e quella veloce. E che bisogna soprattutto concentrarsi in un unico tipo di corsa al giorno. I campioni, di solito, svolgono due sedute di allenamento al giorno, proprio per differenziare i tipi di corsa. Ad esempio, svolgono al mattino, solo corsa lenta, per poi al pomeriggio cimentarsi in un allenamento di corsa diversa. Purtroppo, questo modo di allenarsi, se è frequente nei campioni, è viceversa difficile, quasi impossibile, per il podista amatore. Solo qualche podista, mi si perdoni, giovane disoccupato, o pensionato, può permetterselo. Però, mentre il primo ha qualche speranza di raggiungere determinati obiettivi, al secondo è quasi preclusa ogni aspettativa al riguardo, nonostante i suoi  impegni al massimo grado.

Serve allora l’esempio dei campioni, e dei loro allenatori? Certo, basta saperlo… leggere….

 

 

 

 

 

 

 

 

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