S.O.S. iscrizioni gare

Amici miei podisti, devo confessarvi che rimasi letteralmente sconvolto, qualche annetto fa, quando lessi che la gara del mese tot, dopo appena un giorno dalla pubblicazione del relativo volantino, raggiunse il numero delle iscrizioni che si chiudevano al numero mille! Dopo appena un giorno! Cioè, in pratica, nel breve volgere di un paio di ore!

Adesso, a distanza di svariati mesi che hanno riproposto questo che sembra essere un refrain del mondo podistico campano, agevolato dalla mia doppia condizione di pensionato e di infortunato, passo a riflettere su una situazione ormai acquisita come normale accadimento, non più come circostanza sulla quale meditare. E sono arrivato alla conclusione che siamo tutti responsabili. Abbiamo maturato una grande passione per la corsa, ne abbiamo visti i benefici per la salute, direi, psicofisica, ci siamo riscoperti ambasciatori di pace e di solidarietà, di salvaguardia dell’ambiente, di promozione giovanile verso i valori formativi soprattutto per le future generazioni…, e via discorrendo; ma non ci siano resi conto che il movimento è cresciuto a dismisura e che, come ogni crescita che si rispetti, “qualche frutto” non è maturato come avremmo voluto. O forse è nella natura delle cose dell’uomo che avvengono certe cose, come se dovessimo pagare il fio per ogni aumento della nostra condizione sociale, come per ogni intervento che l’uomo opera nella natura.

E’ la stessa situazione che si verifica ogni qual volta l’uomo, abbagliato dalla bellezza e dalla comodità della tecnologia, ne abusa, a detrimento poi delle sue stesse possibilità del vivere quotidiano. Basta citare il caso del telefonino, bellissimo e utilissimo ritrovato tecnologico, in grado di alleviare molti nostri affanni quotidiani e di inserirci in una condizione di maggiore libertà, personale ed espressiva. Ma se poi ne facciamo un uso smodato, del tipo di attaccarci ad esso per intere giornate, divenendone perfino dipendenti, finiamo con lo snaturare completamente il nostro vivere e la nostra condizione umana.

Podisticamente parlando, è avvenuto che tutti abbiamo plaudito all’innovazione dell’iscrizione virtuale, e quindi immediata, velocizzando al massimo una procedura che, sia pure in passato un poco lenta e farraginosa, consentiva tuttavia una certa salutare e fisiologica selezione. Detto in altri termini, chi non era tanto in grado di partecipare ad una competizione, tutto sommato, se ne asteneva; mentre adesso i podisti vengono automaticamente iscritti a frotte, tanto da rendere necessarie “liste di attesa in vista di rinunce”, a volte quasi “scongiurate”, per dare comunque spazio a chi non è riuscito in tempo (come se fosse facile…) ad effettuare la procedura richiesta.

Soluzioni? Rimedi? Sempre i soliti. Bisognerebbe che ogni presidente di società, nel momento della decisione di un’iscrizione ad una gara puntasse alla “qualità” della partecipazione, intesa come reale e sentita volontà di esserci, e non alla “quantità”, per cercare di superare in anticipo, costi quel che costi, altre società per il gusto di superarle, certo non in sportività. Nel contempo, bisognerebbe che ogni podista pensasse a se stesso e alla sua eventuale partecipazione come a un qualcosa di unico ed irripetibile, di importante e qualificante, per la sua dimensione umana e podistica.

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