I dolori del giovane Werther, ehm… podista

A chi avesse avuto la fortuna di leggere “I dolori del giovane Werther”, di Goethe, risulterà agevole il raffronto con “i dolori del podista principiante” (“giovane”, podisticamente parlando…), perché in entrambe le situazioni è l’eccessivo entusiasmo (sentimento) non suffragato dall’esperienza che si mette in opera, a causare… i dolori.

I dolori del podista principiante, a differenza di quelli “infiniti” (per numero e intensità) che prova Werther, sono circoscrivibili a quelli del delle dita di una mano. Passiamoli in rapida rassegna, senza tralasciare una doverosa quanto comprensibile premessa. E’ normale che al podista che inizi a praticare la corsa si verifichino certi “fenomeni”, dovuti alla novità del carico di “lavoro” mai svolto in precedenza. Un incremento dei chilometri percorsi, rapportato alla sedentarietà del passato, comporta inevitabilmente delle ripercussioni sull’organismo, verso le quali comunque non bisogna spaventarsi.

                                                                 Dolore tibiale

E’ un fastidio, anche notevole, che si verifica a livello del periostio, cioè la porzione di tessuto che riveste l’osso del tibiale. L’insorgenza può essere repentina e può verificarsi anche per andature o troppo lente o troppo lunghe. Altro elemento che favorisce questo dolore può essere il correre in discesa, cosa alla quale probabilmente il neofita non è abituato. Riposo, verifica della calzatura e drastica riduzione del chilometraggio, sono nell’ordine cronologico i rimedi da adottare.

                                                         Dolore al tendine di Achille

In realtà ci sono molti punti in comune con la patologia precedente. Ed anche qualche rimedio preventivo, come ad esempio il controllare il dato tecnico della calzatura che si usa. Questo della scarpa idonea alla corsa, a voler essere veramente chiari, è l’unica vera e concreta richiesta di materiale tecnico che si fa’ al podista, per poter correre in tranquillità. Usarne una “casuale”, può facilmente predisporre ad infortuni vari, tra i quali c’è da annoverare anche l’infiammazione del tendine di Achille, che è suscettibile di svariate complicazioni, le quali possono richiedere l’intervento del posturologo, l’uso di plantari specifici, e via discorrendo.

                                                                 Dolore lombare

Questo dolore può avere diverse cause, perché la corsa richiede inevitabilmente la partecipazione della muscolatura paravertebrale, sollecitata continuamente dalla compressione dovuta al gesto della corsa; situazione del tutto nuova che si presenta al podista principiante. Nel caso, diventa opportuno concentrarsi sul potenziamento della muscolatura addominale, per rinforzare il grado di ammortizzazione del busto. A maggior ragione se il podista principiante è in sovrappeso, come si può facilmente intuire. Tra l’altro, sono possibili sempre complicazioni varie, e non a prima vista riconducibili alla corsa in sé,  quali interessamenti di natura sciatica, o ernie.

                                                                  Dolore muscolare

E’ i classico dolore del podista, specialmente di quello che ha corso velocemente, in discesa e per molti chilometri. Guai se un podista non avvertisse di questi dolori; significherebbe che non si allena mai nel vero senso della parola. Però, è vero che al principiante può causare più di una perplessità. Per la sua tranquillità, gli diciamo che basta consentire alle fibre affaticate dallo sforzo un tempo di recupero adeguato e, nel frattempo, per favorire l’espletamento delle tossine dai muscoli, effettuare un leggero ma costante stretching.

                                                                    Dolore alle ginocchia

E’ il tipico dolore che si verifica quando si affrontano percorrenze lunghe a ritmi particolarmente blandi, quindi con tempi di appoggio che tendono ad allungarsi. Il podista principiante sa di non essere in grado di correre per molti chilometri ed allora sceglie di adottare un ritmo di corsa lentissimo che sia in grado di mantenere più a lungo. Ma, facendo così, costringe le sue ginocchia a “sopportare” il peso del corpo per delle frazioni di tempo considerevolmente più lunghe rispetto a quelle che svolgerebbe ad un ritmo di corsa più agile e sciolto. I comparti interessati sono sempre quelli del tendine rotuleo e dell’articolazione femoro-rotulea. Per alleviarli, potrebbero non essere sufficienti brevi variazioni di ritmo, per distribuire diversamente sulle ginocchia il peso del corpo. Nel dubbio, conviene inserirle nell’allenamento, anche in due o tre differenti fasi.

In chiusura, una raccomandazione ulteriore, ma basilare, al podista principiante: tenga presente la propria età anagrafica, nonché la propria “storia” sportiva. Ci siamo capiti, vero?

 

 

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