Segnali di stanchezza

Può accadere, anzi accade di frequente, che al podista assiduo (quello che corre molto, per molti km, tutti i giorni o quasi) capiti di avvertire mentre corre, qualche dolorino sparso e anche un sottilissimo desiderio di terminare al più presto l’allenamento in corso. E’ la classica  situazione in cui  si manifestano i “segnali di stanchezza”. 

Cosa sono e quanti sono i segnali di stanchezza? Intanto, bisogna precisare che i segnali di stanchezza sono dei veri e propri campanellini di allarme. Essi esistono, fisiologicamente parlando, proprio per avvertirci che stiamo per così dire superando una certa soglia e che dobbiamo quindi attentamente riflettere su di una condizione da non trascurare.

I segnali di stanchezza sono di due tipi: fisici e mentali. I primi, sono dolorini sparsi ai muscoli, ai tendini e alle ossa. I secondi, si manifestano con la scarsa voglia di uscire, la decisione di rinviare un allenamento impegnativo, la mancanza di determinazione nel pensare ai piccoli inconvenienti, non escluse le incerte condizioni meteorologiche (quando in precedenza queste non costituivano affatto un ostacolo, anzi…). Questi segnali possono essere anche la spia di una carenza di ferro, o di magnesio, o di qualche vitamina (specialmente del gruppo B). Per cui, se i segnali di stanchezza dovessero persistere anche dopo un riposo di più giorni, è magari consigliabile sottoporsi a delle analisi del sangue al fine di appurare qualche patologia latente.

Ma se, come ci auguriamo per ogni podista, rientra tutto sommato in una certa normalità, allora si deve pensare che un qualche elemento ha inficiato la condizione generale, determinando in questo modo “la fuoriuscita” dei segnali di stanchezza. Il motivo principale, nella maggioranza dei casi, è il sovrallenamento, che ha spesso il proprio contraltare nella mancanza di riposo. Non si dovrebbe mai far sostenere un impegno oltremodo stressante al nostro organismo senza concedergli un adeguato riposo; sovrallenamento e mancanza di riposo sono due facce della stessa medaglia, che si… mette al collo il podista giunto… al traguardo della stanchezza. Altro motivo che a volte causa una sopravvenuta e insospettabile stanchezza è la ripresa troppo violenta dopo un periodo di stop forzato dovuto a un qualche infortunio. Si pensa infatti che durante il lungo periodo di inattività si sia abbondantemente riposato e che quindi si abbiano tutte le capacità fisiche per prodursi in “lavori” che in verità il corpo non può sostenere, perché ogni ripresa deve essere, comunque, graduale. E a proposito di “lavori”, questi non dovrebbero mai essere “consecutivi”, cioè riproposti senza essere intervallati dalla corsa lenta, che è quella che “rigenera” il nostro organismo e che gli consente di ripristinare la piena efficienza.

Avviene poi il meccanismo che potremmo definire di autocompensazione: una volta che il corpo ci lancia i segnali di stanchezza senza che noi ne teniamo in debito conto, allora i segnali fisici si tramutano in quelli mentali, causandoci una marcata demotivazione alla corsa. E meno male che ciò avvenga, così avremo molte probabilità, fermandoci, di… “in-correre” in qualche infortunio.

                                                                 

 

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