Analisi podistica di una foto

A volte, sui social, rimbalzano delle immagini che ci lasciano interdetti: dire o non dire certe cose? A dirle, si può essere tacciati di presunzione, di saccenteria. A non dirle, si può lasciar intendere che non tutto quello che vediamo suscita la nostra attenzione. In vero, tutto quello che vediamo ci colpisce, in un modo o in un altro e, anche senza rendercene conto, il nostro pensiero scatta in una qualche direzione. Ecco, prendiamo il caso di questa foto… A voler essere semplici osservatori, essa raffigura tre podisti che corrono su pista, verosimilmente in una gara di mezzofondo. Però, se appena ci soffermiamo su chi e cosa vediamo, non possiamo fare a meno di notare la presenza di Mimmo Scognamiglio, nostro caro amico, quella prestigiosa di Raffaello Alliegro e, a chiudere la triade, quella di Mariano Salvatore. E non possiamo neanche fare a meno di notare che si tratta di una gara senza alcun dubbio, perché dai “connotati mobili” fissati dell’istantanea, notiamo alcuni particolari che non ci sarebbero se il ritmo non fosse molto elevato, come appunto si “conviene e avviene” in una gara.          

 

La prima cosa che colpisce la nostra attenzione è la cosiddetta “fase di volo” di due atleti (il primo e il terzo, Raffaello e Mimmo), che è la quintessenza della corsa: è il momento in cui entrambi i piedi si trovano sollevati dal suolo. In tale quasi impercettibile istante, tanto esso è rapido, la gamba che prima si era sollevata affinché fosse poi poggiata di avampiede, ora cade leggera sul tartan della pista, mentre l’altra ha esaurito la spinta che ha prodotto per causare l’avanzamento del corpo e si prepara ad accogliere quella che fra lì a pochissimi attimi l’altra gamba produrrà. Nell’istantanea, che stiamo con una certa fatica descrivendo, le spalle sono perfettamente in linea, le braccia oscillano all’altezza delle anche e le dita delle mani sono semiaperte. Tutto rivela la scioltezza del movimento e la sua efficace leggerezza, come se i corpi non stessero producendo uno sforzo molto strenuo, evidentemente preparato e preceduto da innumerevoli sedute di allenamenti mirati e diversificati. L’altro atleta, Mariano, si trova nella fase di spinta della gamba, quella che “raspa” la pista, che affonda il più possibile per trarne la maggiore propulsione. Nel fare ciò, inevitabilmente, la spalla “segue e accompagna” il gesto della gamba in spinta la quale, essendo “affondata” al suolo, induce la spalla a scendere leggermente dal lato interessato. Non si tratta quindi di un gesto non corretto, ma l’ennesima dimostrazione della funzione veramente essenziale della spinta nell’attivare il meccanismo della corsa in avanti. Non è un segnale di sofferenza, di stanchezza, bensì una visione plastica dell’efficacia della corsa.

Ed ora, grazie a un… “miracolo social”…, siamo in gradi di fornire i dati di questa foto memorabile. Siamo allo stadio Collana (NA), il 19 maggio del 1985. Si sta svolgendo la gara dei 10000 metri, nell’ambito dei CDS. Questo il podio:

  • Mimmo Scognamiglio (29’ 53”)
  • Mariano Salvatore (30’ 07”)
  • Raffaello Alliegro (30’ 14”)

Facciamo nostra una frase di un amico: “ A Napoli, allora, si correva….”

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