Grazie Pizzolato!

Le grandi scoperte, si sa, sono state spesso il frutto di causalità. Tipico è il caso di Cristoforo Colombo, che volle navigare per raggiungere le Indie e invece scoprì l’America. Nel nostro amato mondo del podismo nazionale, un personaggio simile è senza dubbio Orlando Pizzolato, che scoprì magari senza saperlo né volerlo che… il podismo si può fare a tutte le età… Prima di lui, prima del suo avvento prorompente con le due vittorie consecutive alla maratona di New York (1984-1985), nessun italiano pensava che la maratona si addicesse alle nostre capacità “intrinseche” e che si potesse e dovesse praticare atletica leggera solo negli anni giovanili, nelle scuole, per poi dedicarsi ad altri sport, lasciando pochi eletti, essenzialmente, alle cure delle squadre militari. Prima di lui, cioè prima delle trionfali vittorie di Pizzolato a New York, una volta terminata la scuola ed esaurita la felice parentesi dei Giochi della Gioventù, l’Atletica Leggera la si lasciava. Ed era in uso il pensare che da “grandi” si dovessero percorrere altre strade sportive, praticare altre discipline, che cioè l’atletica leggera fosse solamente quella praticabile su pista e basta. D’altronde, bastava dare uno sguardo intorno, alle maratone sparse nel mondo e nelle varie Olimpiadi, per rendersi conto che le cose stavano esattamente così. Sui banchi di scuola si era appreso che la maratona ebbe inizio con Filippide, ma soprattutto grazie alla passione del Marchese De Coubertain, che ne ripropose il mito. E poi con Nuurmi, Zapoteck, Bikila… Insomma, gli italiani non possedevano quelle virtù fisiche e mentali per far fronte ad una gara tanto lunga e dispendiosa. C’era stato, a dire il vero, qualche italiano (uno su tutti, Cindolo) che si era distinto, ma nel ristretto novero dei migliori al mondo nella maratona trovavano a mala pena posto entro i primi 10. E si era anche abbastanza contenti che le cose fossero così. Poi, improvvisamente, Orlando Pizzolato…

Il fenomeno podistico esplose in tutta la sua prorompente capacità. Tutti si misero a correre la maratona, o comunque su strada. Non era vietato a nessuno, qualsiasi età avesse, scolare o non scolare, di correre come e quanto gli piacesse. Si scoprì che l’esercizio podistico continuato e prolungato sortiva effetti benefici elevatissimi, sia al fisico che all’umore, che consentiva perfino la riscoperta delle proprie caratteristiche, migliorandole e affinandole. Si scoprì anche che non era necessario sborsare molti soldi per poter praticare il podismo: un buon paio di scarpette, gli indumenti essenziali e necessari, anche comuni, e via!

Ora, ci chiediamo: aveva in mente Pizzolato quello che avrebbe provocato? Certo che no! Egli si trovava nella situazione giovanile di avere dei sogni, delle ambizioni, dei personaggi mitici da emulare. Però, nulla che gli facesse presagire che avrebbe compiuto tali e tante imprese da inaugurare l’esplodere di un movimento che è ancora, dopo un trentennio, in forte crescita. Si può quindi affermare che Pizzolato, come i più grandi scopritori nella storia dell’umanità, senza volerlo, ha dispiegato agli occhi degli italiani il mondo del podismo, il mondo nel quale trovano posto tutti i migliori valori dello sportivo e dell’uomo contemporaneo: la considerazione di avere nel proprio corpo un meccanismo meraviglioso da salvaguardare, l’accettazione e la sopportazione della fatica quale mezzo per raggiungere la consapevolezza di una vita degna di essere vissuta.

Grazie Pizzolato!

 

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