Intervista ad Anna Maria Caso, una podista a 360°

Quando ci accingiamo a fare un’intervista, ve lo dobbiamo confessare, abbiamo sempre il segreto scopo d’imparare qualcosa da colui o da colei a cui sottoponiamo le domande. In fondo l’intervista questo è: una modalità atta all’apprendimento di una situazione o di un personaggio. Figuriamoci ora che ci apprestiamo ad incontrare Anna Maria Caso, un’atleta che conosciamo da tanti anni, però solo per gli incredibili risultatati conseguiti in carriera e per la sua cordialità nei rapporti umani.

Cominciamo, cara Anna Maria, con una domanda per così dire classica. Scusaci per l’ovvietà, ma rintracciare le origini e gli inizi di una podista è sempre interessante: come e perché hai cominciato a correre?

Anna Maria Caso podista nasce per… Caso; nome nomen…Sicuramente, c’è stata sempre un’innata passione per lo sport. La mia prima palestra? Come tanti della mia generazione, il sagrato della chiesa del mio splendido paese con vista sull’isola Li Galli e faraglioni di Capri. Ricordo i pomeriggi trascorsi a giocare interinabili partite di calcio che cominciavano e non avevano fine se non per sfinimento fisico. Ero pure brava. Mi chiamavano Netzer, come il famoso calciatore tedesco, sia per il taglio di capelli, sia per il tiro preciso e possente. Ho vinto anche il titolo di  cresco e m’innamoro di Luigi, talentuoso futuro calciatore professionista. Dal calcio praticato al calcio vissuto. In giro per l’Italia, dal nord al sud. Ed è proprio nei ritiri di mio marito che ho cominciato a correre su strada. A fine campionato, era necessario mantenersi in forma per evitare di prendere peso e soffrire troppo alla ripresa degli allenamenti. Correvo insieme a lui e dicevo la mia. Ed è grazie al suo incoraggiamento che ho cominciato con l’agonismo amatoriale. E trent’anni fa c’erano ancora pregiudizi sulle donne podiste, soprattutto se non professioniste. Ho cominciato con i 10 km, riuscendo a correre a 4’ con una certa facilità. Le migliori prestazioni anche al di sotto. Ricordo un 38’ e 40” a Nocera, ma questo una vita fa. Comunque, ho sempre preferito le lunghe distanze, in particolare la maratona. Ne ho corso tante, ma non le ho mai contate…

Ecco, vedi?, che ti dicevamo? Uno si aspetta che la podista ha cominciato per una situazione particolare, ed invece… lo deve a Cupido…! Bello, bello e inaspettato. Ma… dicevi delle maratone che non hai mai contato. Per una come te, ci crediamo. Però, qualcuna ti sarà rimasta impressa nella mente più di altre…

 I successi più importanti sono impressi nella mia memoria. Il Titolo Italiano di categoria per 3 volte, anche di recente: Porto San Giorgio 2016; Verona 2017. Un terzo posto ai Mondiali di Riccione, nel 2007 e un primo posto in Finlandia, nel 2009. Un quarto posto a Lione, nel 2016. Ho vinto la maratona di Grottazzolina, di Ostia (che non si fa’ più), Parabita e le due di Salerno. Anche quella di Napoli, per ben due volte, nel 2007 e nel 2010, mentre nel 2006 arrivai seconda dietro la Viceconte. Devo dire che a Napoli mi sono sempre piazzata bena, cercando di onorare la mia regione. Correre la maratona di Napoli assume per me un significato particolare, quasi come se si trattasse di un pellegrinaggio. Ho vinto anche l’unica edizione della Domitia Marathon, gara surreale, completamente controllata dalle forze dell’ordine: sembrava di stare a Beirut. Ma il cielo con un dito l’ho toccato a Pescara, quando finalmente abbattei il muro delle 3 ore! Ora però smettiamola con le autocelebrazioni, che non mi sono mai piaciute.

Hai ragione… Cosa pensi, dall’alto delle tue prestazioni ed esperienze, del podismo campano?

Consigli per il mondo del podismo amatoriale? Non ne ho le competenze tecniche. Ma una cosa la voglio dire. Si organizzano troppe gare e spesso la quantità va’ a discapito della qualità. Inoltre, devo rilevare che c’è poca attenzione della Fidal nei riguardi dei tanti Master che partecipano a competizioni Internazionali. Non significa pretendere sostegno economico, figuriamoci. Ma un accompagnamento, una presenza rassicurante che ti fa’ sentire parte di un tutto. E che diamine, siamo lì per rappresentare l’Italia! Poi, consentimi una considerazione sulla Cost to Cost che, anche se non tutti lo sanno, è nata da un’idea mia e di Andrea Maresca. Continua a chiamarsi così, ma sono diversi anni che il percorso tradisce la sua vocazione. Rimpiango anche una Mezza ben organizzata della Cava Picentini Costa d’Amalfi.Partenza dal Teatro Verdi di Salerno e arrivo sulla spiaggia di Atrani, con bagno finale! Davvero spettacolare.

Qualcuno, o qualcosa, è responsabile della situazione che è andata via via a peggiorare?

Della Fidal che non accompagna adeguatamente i Master, ho detto. Della incredibile miriade di gare che si organizzano (a volte più di una a settimana), anche. Nel senso che se gli sforzi (sponsor) sono indirizzati ad organizzare le garette di 10 km, magari per andare incontro “alla quantità” di podisti che cercano un facile divertimento domenicale, è chiaro che le grandi e “qualitative” manifestazioni ne risentono. Però, diciamo anche qualcosa di positivo. Mi riferisco alle “pari opportunità”… Prima, a parità di posizione in classifica, le donne avevano diritto ad un premio inferiore, rispetto agli uomini. Pur vero che le donne sono di numero inferiore rispetto a quello degli uomini. Ma non c’è logica premiarle in maniera differente. Ora, per fortuna, c’è equivalenza nei premi; il premio è uguale. I sacrifici e lo sforzo non hanno sesso! Posso aggiungere un argomento che mi sta a cuore?

Ma certamente, stiamo qui per questo.

Se ne parla poco, donne e menopausa… Sicuramente, un aumento di peso, dolori articolari, recuperi con tempi biblici rispetto al passato sono fenomeni ricorrenti, anzi, attesi. Solo che l’invecchiamento fisiologico unito alla menopausa innesca un meccanismo esplosivo. La carenza di estrogeni, la scarsa produzione di serotonina contribuiscono a peggiorare quel naturale stato di “melanconia” (non necessariamente depressione) tipico di questa fase della vita. R non perché non si è in grado di procreare, anzi, come nel mio caso, mi sono tolta un pensiero. Ma perché questa è un momento di bilanci, di valutazioni, di aspettative e speri almeno di avere finalmente più tempo per te. E invece tutti chiedono ancora, forse anche di più: i figli, il compagno, i genitori anziani, i nipoti, a cui non puoi assolutamente dire di no, il lavoro dentro e fuori casa. Tutto questo mentre cerchi di fare i conti con i tuoi sbalzi di umore, le vampate e quel malessere diffuso, apparentemente inspiegabile che non ti consente di rispettare i ritmi previsti dalla tabella in vista della prossima maratona. E non te ne fai una ragione. Ma il rimedio ci sarebbe. Basterebbe un giorno a settimana in cui gli altri facessero per te. E senza doverlo pretendere, un gesto spontaneo da parte di chi dice di amarti. E’ chiedere troppo? Consentimi un appello: “Maratonete in menopausa del mondo, unitevi”!

Ci uniamo all’esortazione di Anna Maria, che ringraziamo per la sua cortese disponibilità. Abbiamo imparato qualcosa di nuovo? No, sapevamo che Anna Maria è una podista a 360°…, e ce lo ha confermato. No, perché la stima e l’affetto per l’incredibile atleta e donna esemplare, sono sempre gli stessi…! E di questo ne siamo orgogliosi e fieri, nonché sicuri di esserne ricambiati. E poi, una conversazione a tutto tondo con Anna Maria, ti riconcilia con il nostro sport preferito e ti infonde nuova linfa per il prosieguo dell’attività, podistica e non.  Grazie, Anna Maria.

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