Come bere durante un lungo

Per correre una maratona è necessario effettuare qualche allenamento di corsa prolungata, il “lungo” e il “lunghissimo”, con modalità ben precise e controllate pur nel rispetto delle caratteristiche specifiche dei singoli podisti. A dire il vero, sia pure in misura parzialmente ridotta, lo stesso discorso vale anche per coloro i quali intraprendono la preparazione per affrontare una 21 km, la cosiddetta “mezza” che, come tutti i podisti ben sanno, costituisce sempre un impegno gravoso, in quanto tanti chilometri da correre in modo continuato non rappresentano una semplice passeggiata…

Ora, come spesso purtroppo ci accade, ci capita d’inciampare, simpaticamente parlando, con alcuni amici che mostrano di avere, nell’effettuazione di un lungo, pareri alquanto discordanti dai nostri, quasi da farci sentire l’esigenza di riper-correre certi convincimenti podistici maturati in oltre trent’anni di esperienza. In questa sede, in particolare, “come bere durante un lungo”. Perché è del tutto chiaro: bere durante un lungo è necessario, anzi, indispensabile. Ma spesso si tende a rimarcare l’importanza del “cosa” a discapito del “come”. Eppure, anche il “come” può rendere positivo o negativo un allenamento, non soltanto il “cosa”….

Accenniamo solo per… dovere di scuola che l’idratazione nei muscoli del podista di lunga lena costituisce l’indispensabile reintegro, affinché le fibre muscolari non si irrigidiscano e perdano la loro elasticità che ne caratterizzano la funzione. In una 10 km si può anche sopperire, tant’è vero che la Fidal, in tali gare, non prevede  a regolamento punti di ristoro con acqua (con qualche eccezione nei mesi caldi…), ma nelle gare più lunghe, Fidal o non Fidal, bisogna idratarsi. Ma negli allenamenti lunghi, come bisogna comportarsi? Vediamo un po’…

Innanzitutto, non bisogna… aver sete… Cioè si deve “anticipare il senso della sete”. Significa che, indipendentemente dalla lunghezza del lungo e dalla temperatura esterna, è meglio bere qualche sorso di acqua, al massimo, ogni 10 km. Ma facciamo qualche esempio concreto. Se sto correndo un lungo di 30 km per una maratona o per una 21 km, poiché in gara berrò un sorso di acqua ogni 6/7 km, mi atterrò grosso modo a questo schema (non dimentichiamoci che in allenamento possiamo essere non del tutto rigidi…). Poi, c’è un altro aspetto da prendere in considerazione. In gara, quando si passa al tavolo del rifornimento, si prende la bottiglietta d’acqua e si continua a correre (cercando, conviene ricordarlo, di non superare i due sorsi di acqua, per non appesantire lo stomaco inutilmente…). Quindi, in allenamento, dovendo simulare quanto più è possibile la gara, dovremmo bere in movimento… Ecco il “come” bere. Se si corre in un circuito, si può collocare una bottiglietta di acqua in un punto prestabilito, in modo tale che ogni minuti/km previsti, ci si possa agevolmente rifornire. Viceversa, si deve “trasportare” la bottiglietta, a mano o in un marsupio, e provvedere quando il caso previsto lo richiede (nel marsupio potrebbero per così dire “alloggiare” anche degli integratori…). Personalmente, propendiamo per l’ipotesi bottiglietta, magari quella inferiore ai 33 ml: è più agevole da tenere in mano ed è sufficienter per… i 5/6 sorsi che in definitiva dobbiamo fare…

Eviteremmo del tutto di bere alla classica fontanella presente sulla strada. Primo, perché non è facile trovare una fontanella ad ogni punto del percorso. Secondo, perché il sostare, sia pure per pochi istanti, significa interrompere la corsa e quindi riprendere il normale ritmo che si stava sostenendo, con un dispendio energetico tale che, in un lungo soprattutto, è meglio risparmiarsi.

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