Sono un podista mattiniero

Mi sono svegliato, non dormo più, intorno a me è tutto buio, ho ancora gli occhi chiusi, ma so già all’incirca che ore sono: tra le 5 meno un quarto e le 5. Accendo la lucetta dell’orologio. Volevo ben dire, sono le 5 meno dieci. Avevo puntato la sveglia dell’orologio alle 5 e un quarto, ma mi alzo, così non rischio di svegliare qualcuno. Mi dirigo in cucina, per preparare il caffè, primo atto quasi obbligatorio per chi come me vuole alzarsi presto, per andare a correre. Infatti, sono un podista mattiniero.

Volete sapere che faccio e come mi preparo per l’uscita? Seguitemi.

I podisti del primo mattino, quale io sono, si preparano quello che devono indossare la sera prima. Al mattino, tutto va’ più a rilento e cercare, nonché trovare, l’abbigliamento idoneo potrebbe richiedere dei minuti interminabili, oltre al rischio di svegliare qualche familiare. Si sarà certamente fatto in modo che sul comodino ci sia qualche smanicato o qualche berrettino, in caso di pioggia non prevista. Per il resto, le solite cose.

Ma, dicevo, il caffè… In cucina lo si prepara con cura, però non si accende il gas, perché si va’ prima in bagno per le… consuete pratiche che potrebbero durare molto più tempo dell’uscita del prezioso liquido. Per cui è meglio, la macchinetta, prepararla solamente. Anzi, a proposito di bagno, se lo stimolo non è quello solito e l’intestino è un po’ pigro (può capitare), so che devo bagnarmi le mani, cioè essere a contatto con l’acqua, meglio se fredda, perché ho avuto esperienze al riguardo che mi hanno fortificato nella convinzione.

E’ trascorso un quarto d’ora circa da quando mi sono svegliato. Ma quanto tempo prima ci si deve alzare per iniziare a correre? Almeno mezzora. Credetemi, chi sostiene che è sufficiente solo qualche minuto non vi dice la verità: il corpo si deve svegliare. E anche se si è andati a letto presto la sera precedente (come faccio io), diciamo intorno alle 10 (22), tuttavia l’organismo non può di botto passare dallo stato… d’incoscienza a quello cosciente…, sarebbe un’incoscienza! Ma adesso concentriamoci sul caffè. Prima ancora di sorbirlo, è meglio mangiare qualche cosa, può bastare anche un semplice frollino. Lo stomaco non dev’essere completamente vuoto, e anche un sorso d’acqua è indicato. Tra l’altro, se si beve il caffè a stomaco vuoto si mette il fegato in difficoltà quasi come se non mangiassimo proprio niente. Cioè, mentre con garbo e con calma ci svegliamo, con lo stesso garbo e con la stessa calma dobbiamo trattare tutte le parti del nostro organismo. Cosa mettiamo nel caffè? Dipende dai gusti personali: miele, zucchero, dolcificante… Se volete conoscere un mio segreto (che ho detto sempre a tutti…), io dolcifico, in maniera anche abbondante, con il miele.

Mangiato il biscottino, bevuto il caffè, inizia la vestizione. Nel farlo, butto uno sguardo all’orologio: sono sveglio da mezzora. Sono in perfetto orario: gli amici mi aspettano “un poco prima delle 6”, il che significa che ci salutiamo, vediamo chi siamo realmente (l’attività lavorativa non è uguale per tutti i componenti del gruppo…) e… decidiamo il da farsi. Mi sento già completamente sveglio, ora, pensando ai miei amici, qualcuno dei quali particolarmente caro… Non potrei concepire la mia stessa vita di tutti i giorni senza di loro… Di solito, se corriamo lentamente, lo facciamo in gruppo, e comunque insieme facciamo il riscaldamento, che come tutti i podisti sanno, dura almeno una ventina di minuti. Poi, se qualcuno deve fare un “lavoro”, o lo fa’ da solo o con qualche amico che abbia le sue stesse caratteristiche o… ambizioni. Non corriamo sempre sulla “nostra strada”, poco più lunga di mille metri. Abbiamo il giro di 5 km, 10 km, 15 km… Se poi dobbiamo fare un “lungo”, per una maratona o una 21 km, abbiamo i percorsi adatti: 25, 30…, anche 35 km. Naturalmente, è inutile che lo dica, la sveglia sarà regolata diversamente, per dare un’ora di tempo in più al nostro allenamento.

Corro tutti i giorni, questo è ovvio; e, come recitano i volantini delle gare…, “con qualsiasi condizione atmosferica”. Al sabato mi concedo il giorno di riposo, ma devo confessare con un certo disagio. Ho pensato spesso a questa cosa. Evidentemente, sono così abituato a correre tutti i giorni che quando non lo faccio avviene nel mio corpo e nella mia mente un certo disequilibrio. E poi ho anche notato che al sabato avverto tanti dolorini… Sono quelle scorie, chiamiamole così, che il corpo nell’esercizio della corsa copre e che non fa’avvertire, ma che, appunto col riposo, vengono fuori e… segnalano la loro presenza.

Ma l’alba ormai è passata, la città si è svegliata ed io mi appresto a vivere la mia giornata, cosiddetta normale: quella eccezionale l’ho già vissuta….

 

Potrebbero interessarti anche...