Interval training e recupero

La maggior parte dei podisti amatori non si allenano frequentemente a causa di motivi familiari o lavorativi, per cui i cosiddetti allenamenti specifici per la velocità sono sbrigativamente svolti nella forma, comunque utile, dell’interval training. Nell’allenamento di questo tipo, comunque, bisogna tener nel giusto conto la fase del recupero, altrimenti si vanificano le buone intenzioni. C’è poi anche un altro aspetto che va’ considerato. Spesso le prove ripetute di velocità, risultano troppo stressanti, anche per podisti più metodici ed evoluti, magari perché richiedono per l’effettuazione delle stesse che siano coincidenti nel momento le migliori condizioni fisiologiche. Per cui alla fine si finisce per optare, appunto, per l’interval training, che sono sì prove impegnative, ma che hanno la rassicurante caratteristica di non avere una “fissità assoluta” nei tratti da percorrere alla velocità massimale che si possiede e che si vuole migliorare.

Allenarsi con l’interval training, significa fare una serie di prove ripetute, minimo 10 massimo 20, correndo distanze comprese fra i 100 e i 400 metri a ritmo veloce e con un recupero di corsa blanda, definibile come “pausa attiva”, rapportabile al ritmo della corsa lenta. Facciamo l’esempio classico di un podista che corra una 10 km in 40’, cioè che si esprima alla sua massima velocità al ritmo di 4’ al km: il suo recupero dovrà essere effettuato a 4’ e 30”. Mettiamo il caso che il podista di cui ci stiamo occupando debba effettuare una seduta di allenamento comprendente 10 x 400m di 1’ e 20” per prova. Ecco, il recupero dovrà essere di 54”/55”, cioè 200 metri.

L’ideale sarebbe allenarsi su pista, in modo tale da stabilire in precedenza il tratto da percorrere, sia in velocità che in souplesse, con assoluta precisione. In entrambe le situazioni di corsa, infatti, il podista attento alle sensazioni, tra l’altro, può migliorare la padronanza del ritmo, che è poi in definitiva la condizione in assoluto che meglio caratterizza il valore di un atleta.

Se invece non si può disporre di una pista (abbiamo detto che il podista in oggetto ha qualche difficoltà nell’organizzarsi), poco importa, il tratto di strada predestinato sarà esaminato accuratamente, al fine di evitare di correre velocemente su di un tratto in salita, e saranno scelti i tratti di percorso con le distanze preferite.

Si potrebbe anche verificare il caso che il podista, fatto per mera curiosità questo tipo di “lavoro”, lo trovi veramente rassicurante e “personale”, a tal punto da consentirgli un miglioramento delle prestazioni veramente apprezzabile, proprio perché effettuato senza l’assillo del “secondo e del metro”. Come si sa, allenarsi senza eccessivi patemi d’animo, in modo rilassato e consapevole, è la maniera più redditizia, gratificante e, in definitiva, bella del correre.

Provare per credere.

 

 

 

 

 

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