La grande gara di Giuseppe Gentile

Una delle più belle ed esaltanti gare dell’Atletica Leggera italiana si svolse a Città del Messico 1968, in occasione della XIX Olimpiade. L’eccezionalità della gara, si badi, non consisté nell’ottenimento del sempre agognato oro, ma nell’incredibile svolgimento della gara in questione, salto triplo, che ebbe a splendido protagonista il nostro Giuseppe Gentile.

Sono trascorsi troppi anni, anzi decenni, però il ricordo è sempre acceso. Ed è un peccato che i giovani non sappiano di questo avvenimento e della sua straordinarietà, che pure nella conquista di “una medaglia dal colore diverso”, come l’ebbe a definire il nostro Gentile, tuttavia rimanda in modo diretto ai reali valori fondamentali dell’uomo: l’impegno e la determinazione nel coltivare e migliorare un talento, l’accettazione dell’alternanza di sconfitte e di vittorie, il senso di appagamento e di pace interiore che la pratica dello sport produce nell’animo dell’appassionato. Spiace, si diceva, che i giovani non sappiano. E chissà se questo modesto scritto possa far scaturire una scintilla d’interesse e una qualche pacata riflessione…

Veniamo ai fatti. Abbiamo detto: XIX Olimpiade, Città del Messico. Per la qualificazione alla finale del salto triplo, si richiede la misura di 16.10 m, che è ottenuta da 13 atleti. E qui c’è già la prima graditissima sorpresa: Giuseppe Gentile si qualifica con 17,10 m…, nuovo record del mondo! E per tanto parte favorito.

Al primo salto, Gentile atterra a… 17,22 m…, nuovo record del mondo! Che incredibile gara, con un oro che sembra essere ormai sicuro. Ed invece… Ed invece accade che il russo Sanaiej salta prima 17,23 m e poi perfino 17.39… Non solo. Il brasiliano Prudencio riesce a saltare 17,27 m…, per un podio che così sarà composto:

  • Viktor Sanajiev 17,39 (6° salto);
  • Nèlson Prudencio 17,27 (5° salto);
  • Giuseppe Gentile 17,22 (1° salto).

Come si nota, Gentile dopo il primo salto non riesce a confermarsi oltre i 17 metri, collezionando ben 4 nulli e “solo” 16.54 al 5° salto. Cos’era successo? Gentile salta, per tutta la gara, con una fascia alla coscia destra: aveva un piccolo risentimento dovuto all’allenamento del giorno prima, anche di… salto in alto. Ma lui era fatto così: gli piaceva saltare, si divertiva, e in quel periodo era in splendida forma. Comunque, non accampò scusanti. Tanto è vero che… aveva per ben due volte migliorato il record del mondo…, diamine! Forse, quel piccolo risentimento gli impedì di avere la scioltezza e la velocità necessarie per l’intero svolgimento della competizione. Comunque, resta un risultato importante, un bronzo olimpico, e la fierezza e l’orgoglio di avere raggiunto un livello altissimo grazie alla propria determinazione e capacità in una gara, questo è sicuro, irripetibile!

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