Gli avventori del bar (ovvero, la variegata tipologia dei podisti)

Entriamo, dunque, in questo “Bar del Podismo”, le cui luci scintillanti hanno sùbito colpito la nostra attenzione e curiosità. Sì, perché questo nome, “podismo”? Qui non si parla di calcio o, al limite, di ciclismo? Chi sono gli eroi? E chi li osanna?

L’ambiente appare sereno e confortevole. Non sembra ci siano ultras, o gente simile. Gli avventori sono numerosi, ma ognuno sembra avere una propria personalità. Come dire?, sono diversi nel loro insieme. Riusciamo a distinguere…

IL PRINCIPIANTE. Chi ha intenzione di cominciare. Lo si nota dal fatto che non indossa, a differenza degli altri, alcuna tuta; dallo sguardo interrogativo e acceso; dalle scarpe… “normali”.

IL VETERANO. Chi ha smesso di correre, in genere anziano, e dispensa consigli, oltre a tutta una serie di avvenimenti passati e gloriosi, che a suo dire, hanno formato la sua… sapienza.

IL PODISTA-TIPO. Il podista “normale”, quello che corre e basta. Se ne sta zitto e ascolta. E’ sempre d’accordo con i suoi amici.

IL PODISTA SU PISTA. Sembra un po’ isolato dal contesto: è quello che predilige gli allenamenti e le gare su pista, perché il percorso è misurato, non ci sono macchine e si ha l’esatta percezione di quanto realmente si vale.

IL PODISTA ESTREMO. Quello che preferisce le corse lunghe, meglio se lunghissime, meglio ancora se lunghe e trail!

IL PODISTA BUONTEMPONE. Quello che si diverte, e che fa’ divertire, sempre. E’ il classico podista che preferisce allenarsi in gruppo, per dare… sfogo alla sua parlantina e alla sua voglia di vivere.

IL PODISTA PERFEZIONISTA. Chi non lascia mai nulla al caso: materiali ultimo grido, perfettamente in linea con le stagioni; alimentazione standard, ad evitare ogni accumulo di grasso; allenamenti ragionati, per raggiungere la forma in modo graduale; gare programmate, allo scopo di consolidare la migliore condizione.

IL PODISTA INFORTUNATO. E’ quello che se ne sta un po’ in disparte, ma che appalesa un’evidente voglia di riprendere, per l’attenzione che mette in ogni conversazione, in ogni dettaglio che riguardi il suo sport preferito, solo temporaneamente accantonato.

IL NEO-PODISTA. Le sue pose, le sue movenze, perfino il suo abbigliamento, tutto lo denuncia: è agli inizi. E’ troppo, troppo, entusiasta.

IL PODISTA “FORTE”. In realtà, è il podista “veloce”, non “forte”; ma in gergo si dice “forte” nel senso che “va’ forte”. E’ un po’ il coccolato del gruppo, non lo si contraddice, lo si tratta con gentilezza, lo si indica con ammirazione, come esempio da seguire, ecc. Se ci fosse una torta, lui sarebbe la ciliegina che sta sopra.

IL PODISTA LENTO. Ecco, non si dice “debole”, ma “lento”. Nel suo caso, non si usa un’iperbole, non si enfatizza l’aggettivo, perché non ci si sforza nel cercare una nuova collocazione lessicale: non c’è questa necessità. E poi, il “lento”, sempre nel gergo podistico, è un tipo di allenamento anche importante, ai fini di una qualsiasi preparazione che sia degna di questo nome.

IL PODISTA NON ISCRITTO A NESSUNA SOCIETA’. Di solito, il podista è iscritto ad una società. Ma in questo bar notiamo un podista con una tutta che potremmo definire neutra, senza cioè dicitura sociale. Eppure, si trova in mezzo agli altri in modo del tutto naturale.

IL PODISTA, ANZI, LA PODISTA. A dire il vero, ce n’è più di una. Bene, significa che nel podismo non esiste nessuna forma di discriminazione, come è giusto che sia. Ci saremmo meravigliati piuttosto del contrario. E poi, detto francamente, le gentili presenze femminili fanno sempre piacere.

Si avvicina a noi il principale (ovviamente è in tuta…), con aria buona e rassicurante:

“Salve, prendete qualcosa?”

Gli rispondiamo senza ironia:

“Sì, un sorso di felicità.”

Ci guarda e sorride. Ha capito.

 

 

 

 

 

 

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