Una foto da incorniciare

Ci sono delle cose nel mondo podistico, sopravvenute con l’avvento del digitale, di cui ormai non si può più fare a meno. Una di queste sono le foto delle gare a cui si partecipa; quasi un’attestazione dell’esserci stato, il classico “io c’ero”, alla pari del diploma di partecipazione e forse perfino più importante del rilevamento cronometrico finale. Però, a volte, qualche foto spicca in modo particolare rispetto alle altre, tanto che merita una riflessione ulteriore in chi l’osserva. Prendiamo il caso della foto in copertina…

L’immagine in questione riguarda l’arrivo di un atleta alla gara di Dugenta, 10 km, disputatasi il 28 agosto 2022. Guardiamola con attenzione. All’apparenza sembra essere una foto come tante: ci sono degli atleti che arrivano alla spicciolata (gli arrivi, a differenza delle partenze, non sono mai affollate…). Lo si nota dal lembo, appena accennato, del tappeto che di solito si sistema poco prima del pallone gonfiabile dell’arrivo. C’è un gruppo di ragazzini in maglia azzurra che tendono le mani ad incrociare quelle dei podisti, nell’usuale e reciproco gesto di congratulazione, agli atleti che praticano sport e ai ragazzi perché partecipi all’evento e alla stessa passione. Ma appena dietro, ci sono dei passanti, che si sono fermati fra l’incuriosito e l’interessato. All’improvviso una manina si tende. La manina è quella di una bambina. E’ un gesto assolutamente istintivo, bello, struggente. E’ la dimostrazione  che la bambina ha colto il gesto degli altri bambini e ha capito che per fare parte di quel mondo, tanto bello e divertente, basta tendere una mano…

I podisti arrivano sempre trafelati all’arrivo, specialmente quelli che arrivano nelle prime posizioni. Ma in questa foto, tuttavia, Bruno De Maio, è riuscito a scorgere, oltre al gruppo dei bambini in maglia azzurra, anche la manina della bimba, che si è allungata dal gruppo dei suoi parenti, ignari di quanto è accaduto, perché essi stessi interessati e presi dall’avvenimento. Piace segnalare che Bruno De Maio è atleta dall’ASD “Podisticamente” e che si piazza nel ragguardevole tempo di 37’ e 11”, piazzandosi al 32° posto della classifica generale e al 2° di quello di categoria M50. Eppure, nonostante il suo sicuro affaticamento, ha trovato la lucidità e il guizzo di salutare non solo quel gruppo di ragazzi che indossavano la maglia sociale, e che erano quindi ben visibili, ma anche e forse soprattutto quella bimbetta che, fra il timido e il gioioso, imitava il gesto di quei ragazzi. Bello anche quel sorriso compiaciuto della persona anziana, quasi a formare un trittico idilliaco.

In effetti, le foto sono come i quadri. Ad osservarle attentamente, esse ci parlano. Nell’istante della loro realizzazione, ci trasmettono messaggi. Altrimenti, le vedremmo stancamente, preoccupandoci solamente di sistemarle nel cassetto della nostra memoria. Ma questa foto no, perché ci parla. Ci dice qualche cosa. E noi le diamo, così come per i quadri, anche un titolo. Questa si chiama “promozione sportiva”.                                        

 

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