Sui pantaloncini dei podisti

Nel praticare il podismo nei suoi vari aspetti, allenamenti e gare, non possiamo fare a meno di osservare una sorta di evoluzione, quasi sempre di natura tecnica, dei capi di abbigliamento. Le scarpe, ovviamente, sono le più in vista, ma anche tutto il resto non scherza… Sul corpo dei podisti… trovano posto magliette, fasce, orologi, calze, eccetera eccetera, che a volte fanno venire il sospetto che non si è del tutto “aggiornati” sull’argomento… Scacciando la paura di essere schiavi del moderno stile di vita che ci è imposto dalla società cosiddetta dei consumi, tuttavia ci sembra che per i pantaloncini valga un discorso, per certi aspetti, diverso. Ed è proprio su questa “diversità” che ci vorremmo soffermare.      

Fin dai primi anni del 20° secolo, cioè fin da quando è iniziato lo sport di massa, tutti i partecipanti alle gare delle varie discipline sportive, con l’ovvia eccezione di quelli impegnati negli sport invernali, hanno usato i pantaloncini. Naturalmente, anche i podisti. Nel corso dei decenni si è leggermente modificato quello che oggi viene comunemente chiamato “design”, ma in buona sostanza si trattava sempre dello stesso motivo, sia ornamentale che tecnico: consentire una buona traspirazione delle gambe. Ciò perché i pantaloncini, essendo “aperti”, consentono al sudore che il corpo produce nello sforzo di non ristagnare sul corpo, ma di evaporare in modo spontaneo e naturale. D’altronde, a questo si è sempre pensato, anche per tutti gli altri indumenti in uso ai podisti, tutti, nessuno escluso: permettere una buona traspirazione. Le scarpe sono in tomaia traforata. Si usa la canottiera, e non la maglietta, per avere più pelle scoperta. Eccetera. Cioè, lo scopo è sempre quello: non si deve trattenere sul corpo il sudore. I pantaloncini quindi sono aperti, e lo sono sempre stati, perché favoriscono questa esigenza. Però, negli ultimi tempi, diciamo dalla fine degli anni ’90, hanno cominciato a farsi notare i cosiddetti “pantaloncini dei ciclisti”… Come mai?

Riteniamo che il fenomeno, in notevole crescita, si debba individuare nell’aumentata età media dei praticanti. Se ci facciamo caso, oggi come oggi, la maggioranza dei podisti delle categorie giovanili e degli amatori al massimo M40, indossano tranquillamente i pantaloncini corti e larghi, mentre fra quelli di categoria superiore il numero di riduce drasticamente, anzi, sembra che i pantaloncini preferiti siano quelli in uso dai ciclisti. Siamo persuasi che il problema sia duplice: la velocità e il peso. Se un podista è veloce, statene certi, privilegerà la leggerezza dell’abbigliamento, in quanto a scarpe e tutto il resto, anche dei pantaloncini. A quelli dei ciclisti, il podista veloce, neanche ci pensa. Anzi, quelli corti e aperti sono perfino più leggeri e meno ingombranti, nel senso che possono consentire una corsa più sciolta. Ma se un podista non è veloce, subentrano dei… “problemi di riflessione”… Intanto, la canottiera si mette dentro o fuori i pantaloncini? Se si mette dentro a un pantaloncino aperto, in realtà si mette in evidenza la pancia… Se invece si usano quelli da ciclista, si può “camuffare” la cosa, facendo scorrere la canottiera sopra l’indumento… Stiamo parlando sicuramente di un podista non giovanissimo, che deve fare naturalmente i conti con una certa fatica a mantenere il peso di quand’era più giovane (con l’età, si sa, subentra anche questo problema…). Inoltre, il podista meno veloce e più pesante, potrebbe avere difficoltà di sfregamento all’interno delle cosce, e anche per questo facilmente opta per la soluzione drastica di avere la pelle “protetta” dal tessuto dei pantaloncini. Insomma, per costoro, molto meglio i pantaloncini da ciclista.

Qualcuno potrebbe obiettare che i pantaloncini da ciclista li usano un po’ tutti, anche i velocisti, o i saltatori. E’ vero. Però, questo riguarda l’aerodinamicità riconosciuta al body, vale a dire a quel tipo di indumento studiato per far “scorrere meglio” l’aria e non per ostacolarla, frapponendole lembi di tessuto al suo passaggio. Ma infatti parliamo di centesimi di secondi, di frazioni di tempo unicamente rapportabili per gare podistiche di brevissimo metraggio, almeno rispetto a quelle di fondo, o di gran fondo. Avete mai visto un maratoneta di qualsiasi livello correre con i pantaloncini da ciclista? Sì? Allora, forse, abbiamo sbagliato a formulare la domanda: secondo voi, da quello che avete sempre avuto modo di osservare, siate sinceri, la stragrande maggioranza dei podisti quale tipo di pantaloncini è solito usare?                                                                                           

 

 

 

 

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