L’importanza dello specchio

Qualche volta qualcuno ci dice, non concordando con le nostre osservazioni su di lui: “Ma ti sei mai guardato nello specchio?” Anzi, è talmente ricorrente questa… domanda che una risposta la dobbiamo contemperare, nel senso che forse è opportuno fare una qualche considerazione su di uno strumento sulla cui importanza spesso si sorvola, per quanto attiene la preparazione alla corsa per il podista. Sorvolando allora sull’aspetto squisitamente “narcisistico”, che pure riguarda un certo numero di atleti, cerchiamo di attenerci strettamente alla… pertinenza podistica.

Il podista coscienzioso e attento, quello che predispone la sua programmazione annuale senza lasciare nulla d’intentato, destina una consistente parte del suo tempo agli esercizi, siano essi di mobilità o di potenziamento, da fare in palestra o in casa propria. Egli ricerca soprattutto la piena efficienza fisiologica e, nel contempo, la postura migliore, affinché risulti fluido nel gesto. Invece, quello meno professionale e magari maggiormente rispondente alla dimensione amatoriale, presta solo saltuariamente (e con un certo fastidio…) agli esercizi per la corsa, ritenendo che basti allenarsi con una certa costanza e magari gareggiare con altrettanta frequenza, in modo tale che il proprio corpo si abitui ed assuma la postura sufficientemente basilare per correre con efficacia.

Però…, però…  Se vogliamo scendere nei particolari, dobbiamo convenire che la prima tipologia di podista, quello che cioè lavora ad ampio spettro, nulla lasciando al caso, a vederlo correre appare veramente sciolto e fluido, vale a dire veloce, nell’atto della corsa. Ecco, se si potesse guardare allo specchio, non avrebbe quasi nulla da rimproverarsi. Mentre, francamente, quello della seconda tipologia, il meno applicato o il più superficiale se vogliamo chiamarlo così, meriterebbe di sicuro qualche osservazione. E se potesse guardarsi in uno specchio…, saremmo curiosi di chiedergli il suo parere disinteressato.

Forse il problema, la mancata attenzione per la ricerca del miglioramento tecnico anche passando per la pratica degli esercizi, si è incancrenito con la crescita esponenziale del podismo, con l’urgenza di partecipare e basta e non di gareggiare al meglio delle proprie possibilità. Possiamo dire che questo è “lo specchio della situazione”. Sono ormai lontani i tempi in cui lo scrivente osservava le videocassette delle gare a cui partecipava, per confrontare i vari stili di corsa, compreso ovviamente il suo, al fine di studiare i difetti di postura da correggere. Oggi, purtroppo, prevale la foto, che non è un’immagine in movimento, ma è statica manifestazione di un gesto inespresso e perciò non utilizzabile a fini “educativi”, se è concesso usare questo termine.

Meglio farebbero tutti i podisti, quindi, a dedicare qualche ora del loro tempo settimanale agli esercizi, in palestra o in casa, senza tralasciarli di fare di fronte ad uno specchio. In uno specchio noi abbiamo l’esatta dimensione di ciò che stiamo facendo e di come lo stiamo facendo. Esso, più che la nostra coscienza, non ci permette di bleffare e ci costringe di vedere, in tutta la loro essenza, i nostri difetti, o comunque le cose da migliorare. Anche nel caso fossimo costretti a fare degli esercizi in casa e non in palestra, non avremmo difficoltà a “reperire” uno specchio…, magari posto nelle vicinanze di una finestra, o di un tapis rulant, di fronte al quale potremmo controllare l’altezza delle spalle, la flessibilità delle braccia e mimare il gesto della corsa con quella sul passo o con quella calciata. Senza contare i vari esercizi posturali che, svolti davanti allo specchio, sarebbero al cospetto di un esaminatore più inflessibile ed obiettivo, e perciò ideale per la nostra formazione podistica.

Rispondiamo adesso alla domanda: “Ma ti sei mai guardato allo specchio?” Sì, molte volte….

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