Sono vegetariano, da quando, perché e come

I miei amici del mattino già lo sanno: sono vegetariano. O, meglio, sono diventato vegetariano. Già, perché per un fatto antropologico-culturale tutti gli uomini, inevitabilmente e giustamente, sono onnivori, privilegiando di conseguenza la carne quale alimento principe della dieta. Salvo poi, una volta modernizzati ed emancipati, a cercare di evitare i malanni dovuti all’obesità, e non solo. Anzi, ammettiamolo, molti di noi podisti amatoriali abbiamo scoperto la corsa quale ottimo rimedio per concederci qualche licenza senza troppi complessi di colpa…

I miei amici del mattino già lo sanno: sono diventato vegetariano alla vigilia di Natale dell’anno scorso (2010, n.d.r.). Ho raccontato loro che mia moglie, per il cenone, aveva comprato del pesce, quello che a Napoli è detto “spernocchia”. Appena arrivata a casa, chiamò nostro figlio (al quale piace molto il pesce), per farglielo vedere. Gli disse:

“Vienel’ a vverè, so viv’…”

A nostro figlio brillarono gli occhi e, insieme alla mamma, si mise ad esclamare:

“Belle…!, Belle…!”

“Ma come!”, replicai, “Stanno agonizzando e voi siete contenti?”

Quella fu la classica goccia che fece traboccare il classico vaso. Era, in effetti, da tempo (tanto tempo…) che avvertivo un certo disagio; io che amo gli animali; io che intravedo negli occhi degli animali e dei bambini la stessa candida innocenza del vivere naturale… Mi ricordai del detto di George Bernard Shaw:

“Gli animali sono miei amici e io non mangio i miei amici.”

                                                       Cenni di alimentazione vegetariana

                                                                                                   

Come ogni cosa della vita, non dobbiamo avere preconcetti. Essere vegetariani non significa non alimentarsi bene. E chi come noi pratica uno sport di resistenza, può ragionare e programmare circa una dieta equilibrata che possa soddisfare appieno i suoi bisogni. Sono numerosi gli esempi di atleti eccellenti che erano dei veri e propri campioni: Paavo Nurmi, Carl Lewis, Al Oerter, Edvin Moses, Leroy Burrell, tanto per limitarci ai più famosi e tralasciando quelli degli altri sport.

In effetti, l’alimentazione vegetariana aumenta la resistenza fisica grazie a una notevole presenza di amidi nei cereali, nei legumi e nelle piante che vengono depositati come riserva energetica sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli. E poi evita la stitichezza, per l’elevata presenza di fibre,, che regolarizzano il transito intestinale. E poi riduce i rischi di contrarre il cancro e le malattie cardiocircolatorie grazie ad una percentuale di lipidi molto elevata e, comunque, più equilibrata. E poi riduce, inoltre, il rischio di contrarre varie malattie degenerative tipiche della nostra società e del nostro “stile di vita”: artrite, obesità, diabete, osteoporosi.

Qualcuno potrebbe obiettare: “E le proteine? Così importanti, per noi podisti?” Ebbene, tutte le proteine sono costituite da aminoacidi, alcuni dei quali possono essere sintetizzati dall’organismo umano, mentre altri (gli aminoacidi essenziali) devono essere necessariamente introdotti dall’alimentazione. Le proteine contenute nei cibi animali contengono da sole tutti questi aminoacidi nelle giuste proporzioni. Ma per i vegetariani il problema non si pone; dal momento che essi assumono latticini e uova, recepiscono le stesse proteine animali della carne. Il vantaggio di ricevere le proteine dai vegetali, anziché dai cibi animali, è che così facendo, si possono soddisfare i propri bisogni alimentari senza introdurre colesterolo e grassi saturi, notoriamente deleteri per la salute e presenti, purtroppo, in tutti i cibi animali.

Sempre qualcuno, potrebbe chiedere: “E il ferro e la vitamina B12?” Rispondo che, a quel che mi risulta, ferve ancora il dibattito: se cioè un’alimentazione vegetariana sia in grado di fornire un ottimale livello di ferro (minerale che interviene, in particolare, nel trasporto dell’ossigeno e nella respirazione cellulare) e di vitamina B12 (sostanza indispensabile nella sintesi dell’emoglobina). Comunque, al riparo del rischio di anemia, si possono accostare cibi contenenti ferro con cibi ricchi di vitamina C. E poi, premesso che ciò che rende sana l’alimentazione non è la quantità ma la qualità del cibo, bisogna ricordare che i processi di raffinazione e di conservazione degli alimenti fanno perdere buona parte delle vitamine e dei minerali fondamentali per prevenire le anemie. Dal che si deve presumere che andrebbero utilizzati solo alimenti integrali e biologici. Ma la scelta, come noi “moderni” ben sappiamo, è vasta (forse troppo…).

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