Storia della medicina…, podisticamente (5^ parte)

Dall’Ospedale agli scopritori

Lo sviluppo della medicina si è sempre basato sulle iniziative di singoli medici, come abbiamo visto, sia che essi abbiano iniziato da soli, sia che abbiano realizzato delle vere e proprie “organizzazioni mediche” per contrastare le malattie. Ma le stesse strutture sanitarie non hanno mai potuto fare a meno dei contributi che, nel tempo, vari singoli medici hanno apportato alla scienza medica. Ne “isoleremo” solo tre, perché parlare di tutti sarebbe un impegno troppo lungo e faticoso.

Seguiremo una traccia quasi cronologica, in quanto i tre medici che tratteremo sembrano si siano scambiati il testimone come in una gara di staffetta. Essi sono:

Edward Jenner (1749-1823);

Louis Pasteur (1822-1895);

Alexander Fleming (1881-1955).

Jenner introdusse il vaccine contro il vaiolo, debellandolo totalmente. E’ considerato il padre della “immunizzazione”, cioè di quel complesso meccanismo che il nostro corpo mette in atto per difendersi da ogni tipo di ferita o di malattia.

Pasteur è il padre della microbiologia, di quel processo chiamato in suo onore “pastorizzazione”. La pastorizzazione è un processo, mediante un tipico riscaldamento, a cui vengono sottoposti alcuni alimenti, per preservarli dagli attacchi di microorganismi patogeni sensibili al calore (funghi e lieviti). La pastorizzazione si differenzia dalla “sterilizzazione”, perché quest’ultima, per garantire tempi più lunghi di conservazione, aumenta i gradi di temperatura.

A Fleming si deve la scoperta della penicillina, che è un tipo particolare di muffa in grado di uccidere i batteri. Prima di lui non c’era alcun rimedio efficace contro le malattie batteriche. Così, gli antibiotici risultarono molto efficaci nelle varie cure agli ammalati. Ma oggi, purtroppo, bisogna registrare un potenziamento dei batteri, forse dovuta ad una somministrazione troppo diffusa degli antibiotici.

Un elemento lega questi tre eminenti medici: hanno dovuto “lottare”, per fare accettare le loro scoperte. Fatte salve tutte le precauzioni che i sistemi sanitari devono prendere prima d’immettere sul mercato determinati farmaci, resta tuttavia una certa amarezza per i notevoli sforzi “personali” (e anche familiari) che tutti gli scopritori hanno dovuto sobbarcarsi nel mentre lavoravano per l’umanità. 

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