Correre nell’azzurro

 

Ora che si approssima l’estate, o comunque la cosiddetta “stagione buona”, si ricomincia a prendere in considerazione la possibilità di correre sulla spiaggia. E in effetti non c’è stimolo migliorare per calzare le scarpette di quello di una splendida giornata di sole con il cielo terso: sembra quasi che si possa correre nell’azzurro.

Però, attenzione, bisogna correre sempre con giudizio, come ogni buon podista sa. Per cui, un po’ di analisi della situazione va’ fatta, specialmente in relazione a qualche luogo comune. Lo iodio, ad esempio, grande attrattore per la corsa sulla spiaggia, non è affatto maggiormente presente nell’aria di mare, come comunemente si crede. Lo iodio è presente anche nel suolo, se è per questo, ma lo è in misura notevole negli animali marini e nelle alghe. E tanto per restare in ambito alimentare, lo iodio lo ritroviamo “a tavola”, nei pesci e nei crostacei, come abbiamo già detto, ed anche nelle carni, nelle uova, nel latte e nei suoi derivati.

Non è un luogo comune, invece, il ritenere l’esposizione al sole oltremodo benefica per il nostro organismo. Perché? A molti sfugge il sostanziale motivo che sta alla base di questa indubbia realtà. Spesso ci si ferma nella convinzione “salutistica” che le cose naturali facciano bene. E ciò corrisponde a verità. Ma indagare le situazioni della vita aiuta a viverle meglio. L’esposizione al sole ci consente di assorbire vitamina D, essenziale al nostro organismo sia per il metabolismo che per le ossa.

Quindi, ci apprestiamo a correre sulla spiaggia; non ne vedevamo l’ora. Da buoni e saggi podisti quali siamo, prendiamo qualche precauzione. Innanzitutto, cerchiamo di correre con le scarpette. Cerchiamo, perché se decidiamo di correre sulla sabbia, bisogna riconoscere che le nostre articolazioni sono abituate alle scarpe e potrebbero risentirne se non le usassimo. Diverso il caso, è del tutto evidente, se decidessimo di correre sulla battigia. Lì, il problema, è quello di evitare un percorso troppo inclinato, sempre per riguardo alle nostre articolazioni, che sarebbero costrette a delle sollecitazioni innaturali. A parte il fatto che correre sulla sabbia bagnata comporta qualche problema… per le scarpette. Tra l’altro, correre sulla sabbia, significa impegnare in maniera notevole il tricipite surale (la parte inferiore della muscolatura della gamba), con la possibilità di caricarlo troppo e di incorrere in un qualche infortunio. Per questo motivo, è consigliabile evitare nel modo più assoluto percorsi sulla sabbia che siano in pendenza, perché in questo caso mancherebbe l’appoggio e il sostegno ai piedi e alle caviglie, essendo la sabbia troppo morbida.

Cosa fare, allora? Sembrerebbe che correre nell’azzurro sia sconsigliabile. Affatto! Non c’è niente di meglio, per un podista, che correre con la voglia di correre… nella natura! E’ la cosa che maggiormente lo rilassa e lo fa’ stare in pace con sé stesso e la società. E allora, potrebbe divertirsi ad intervallare sabbia e battigia, tratti lenti con tratti da fartlek, trovare una battigia pianeggiante e correrci sopra a piedi scalzi (per vedere di nascosto l’effetto che fa’…), o trovare un tratto di sabbia non troppo inclinato e corrervi sopra, con scarpe comode, in modo rilassato, magari con qualche cuffia nelle orecchie. Insomma, il buon podista, dovrebbe soprattutto ricordarsi che “correre nell’azzurro” equivale a correre nella felicità.

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