Il pane quotidiano

Il pane è alla base dell’alimentazione quotidiana, si sa. Non a caso in una delle preghiere più celebrate della cristianità, il “padre nostro”, viene definito “pane quotidiano”, cioè come alimento essenziale e fondamentale per qualsiasi essere umano. Se perfino ai detenuti più efferati non si nega “pane e acqua”, vuol dire che il pane è ritenuto il fondamento dell’alimentazione umana, almeno per quella che riguarda… i cibi solidi.

Quindi, il pane. Ma chi è stato  il primo a scoprirlo? Vallo a sapere… Le prime notizie storiche si rifanno all’antico Egitto  e non solo per la nota vicenda della fuga degli ebrei , che mangiarono pane azzimo (cioè, nella fretta non aspettarono che lievitasse…). I greci trassero spunto dagli egiziani, per attestare, col pane, il loro grado di ricchezza. E i romani, successivamente, idearono i primi forni pubblici, inaugurando per così dire la tradizione della “grossa distribuzione”, come testimoniamo i forni rinvenuti negli scavi di Ercolano e di Pompei.

La sua composizione è un concentrato di nutrienti molto interessanti. E’ una considerevole fonte di carboidrati complessi (amidi) e quindi di energia. Contiene anche proteine, alcune vitamine del gruppo B e sali minerali (fosforo, potassio e magnesio). L’apporto energetico per 100 grammi di prodotto è di circa 250-300 Kcal. E’ del tutto fuori luogo, pertanto, che il consumo del pane sia controproducente ai fini di una dieta alimentare orientata a ridurre il peso corporeo. Ma è noto che certe credenze popolari sono dure a morire. Basterebbe invece ridurre le quantità di pasta e soprattutto degli intingoli necessari per i vari condimenti. Ancora una volta, ricordiamo che i veri responsabili che impediscono il dimagrimento sono gli zuccheri quando superano il limite richiesto dalla spesa energetica effettuata.

Al pane comunque, proprio perché molto usato e molto variegato (ogni regione si può dire ha una sua ben precisa tradizione), si accompagnano delle domande alle quali cercheremo di dare le risposte che ci appaiono le più idonee. Innanzitutto, è meglio il pane bianco, o integrale? Il pane integrale sarebbe da preferire, viste le sue proprietà nutrizionali rispetto a quello bianco (che è ottenuto per la raffinazione, quindi lavorazione e/o eliminazione di nutrienti della farina): è più ricco di acqua, di fibra, di sali minerali e di vitamine, fornendo tra l’altro meno calorie. In effetti, la sua farina non è abburrata e contiene ancora, a differenza del pane bianco, le parti cruscali, quelle cellulosiche e in più il germe. Altra domanda: il pane fresco è il più digeribile? Risposta: no. Il pane fresco non è più digeribile rispetto a quello per esempio del giorno precedente. Questo perché il pane fresco conserva una certa elasticità che lo rende difficile da masticare; cosa che non avviene per quello meno fresco in quanto assorbe più facilmente acqua e pertanto diventa maggiormente aggredibile da parte degli enzimi digestivi. Ovviamente, se vogliamo parlare di digestione, non dobbiamo mai dimenticarci del… companatico! Ma come dev’essere un buon pane? Un buon pane deve avere una crosta friabile, omogenea, di colore dorato. La mollica dev’essere di colore paglierino, soffice, morbida, elastica e con la superficie che si presenta lucida.

Un’ultima domanda riguarda le eventuali controindicazioni nel caso surgelassimo il pane. A noi, in tutta franchezza, non ci giungono notizie che vi siano. Molto probabilmente, questa diceria è stata messa in giro dai panettieri, che avvertono un certo… rallentamento nella loro filiera.

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