L’amico sprinter Pasquale Averto

Aveva ragione Enzo Nocerino, allorquando mi propose di scrivere gli innumerevoli episodi che la mia mente “podistica” ricorda. Chissà, forse un giorno mi deciderò. Perché dico questo? Perché stamattina, lunedì, intenti come eravamo a “leccarci le ferite” della gara di domenica, un amico ha detto che Pasquale Averto non era venuto a gareggiare, poiché impegnato in un’altra su pista. L’amico ha completato l’informazione con un:

“Tanto si sa, lui è stato sempre uno sprinter…”, che mi ha fatto sobbalzare.

Errore! Le cose non stanno così. Ho subito specificato. Una volta noi si correva anche su pista. Ogni anno, nella riunione annuale, programmavamo  l’impegno della corsa in tutti i settori: strada, pista, cross. Per vari anni raggiungemmo posizioni di rilievo, sempre pilotati dal nostro presidente. Una volta ci qualificammo per la fase nazionale, alla quale poi non partecipammo per motivi vari. Mi vedete nel getto del peso? E vedete Nicola Severini nel salto in alto? Una volta, pensate, ho assistito ad un lancio del giavellotto di Criscuolo Germano!

Bei tempi, bei tempi…, impagabili, indimenticabili…!

Ad ogni buon conto, una volta si doveva gareggiare su pista ad Avellino. Pasquale Averto mi disse:

“Oj Pè, ‘o president’ m’ha ritt’ ch’aggia fa’ e cient metr, ma ije nun l’aggia mai fatt’…”

“Nun te preoccupà; si la ritt’ ‘o president’…”, fu il mio commento.

Ora, per chi non lo sapesse, lo stadio di Avellino è sotto una strada dove è possibile parcheggiare. Quella volta, non so perché, eravamo in ritardo. Appena giunti, il presidente si precipitò fuori dall’auto e gridò dall’alto (sapete il tono della sua voce…), rivolto ai giudici che erano già con gli atleti ai blocchi di partenza:

“Uè! Uè! Aspettat’! Stamm’ arrivann’!!!”

Intanto, applicava il pettorale a Pasquale, il quale “corse” subito giù alla pista. Noi, viceversa, tirando un sospiro di sollievo, scendemmo sorridendo, sia per lo “scampato pericolo”, sia per la circostanza in sé. Ma quando arrivammo in pista, ci venne incontro un euforico Pasquale, con gli occhi che gli brillavano:

“Presidè, so arrivat’ primm’!!!”

Notai che il presidente non era affatto sorpreso e che non disse niente. Invece, noi del gruppo eravamo entusiasti: le cose cominciavano a mettersi veramente bene. Io mi galvanizzai e mi ripromisi di dare il massimo (alla fine, mi classificai terzo…). Però, per tutto il pomeriggio, mi restò qualcosa di buono, di dolce, nello stomaco. E ancora adesso, quando ci penso, mi emoziono.

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