Altre richieste… “inevase”, al bar

Non dovete pensare che noi, al bar, ci mettiamo lì, comodi, a bere il caffè in completo silenzio… No, è un continuo incrociarsi di voci e di sorrisi che quasi quasi costringono il paziente titolare dell’esercizio a pregarci di consumare in silenzio e di allontanarci quanto prima, per non disturbare gli altri clienti… Ecco, questa è la situazione del mattino… Stando così le cose, capirete perché io non possa registrare con ordine tutte le argomentazioni podistiche che ne vengono fuori; ed anche perché mi sono riservato questo spazio di fine settimana dove mi è possibile “recuperare” tutte quelle questioni… rimaste irrisolte, tutte quelle “richieste inevase”…

Peppe, quanto lungo dev’essere un “lungo”?

Personalmente, ho sempre preparato una maratona, correndo almeno tre “lunghi”, anzi, due “lunghi” più un “lunghissimo”. I lunghi, di 30 km e il lunghissimo di 35. Però, secondo me, il problema non è tanto quanto debba essere il lungo, quanto come lo si debba correre. Voglio dire che ogni allenamento lungo in vista di una maratona, dev’essere corso al ritmo facile, lento, salvo gli ultimi 4/5 km in cui effettuare un leggero progressivo. Questo perché il ritmo da tenere in maratona dev’essere quello della corsa media; viceversa, allenarsi al ritmo di corsa media per tanti km come quelli per il lungo, significherebbe sottoporre l’organismo ad uno sforzo difficilmente smaltibile in un paio di giorni. La preparazione per una maratona, come per una preparazione a qualsiasi gara, deve sempre rispettare una certa gradualità. Meglio adattarsi alla lunga distanza, correndo ad un ritmo, appunto, agevole.

Peppe, ma prima di correre si deve mangiare?

La questione è spesso dibattuta e quasi sempre risolta nella formula finale “dipende dal soggetto”. Certo, le caratteristiche individuali sono predominanti, però è altrettanto indubbio che bisogna pur ingerire qualche sostanza nell’organismo, perché le energie di cui ha bisogno traggono origine dall’alimentazione… In linea di massima, prima di correre, in allenamento o in gara, bisogna aver digerito quello che si è mangiato. E affinché ciò avvenga, bisogna aver mangiato almeno due ore prima della partenza e… senza che si sia esagerato con le porzioni… Altra cosa importante, e che devo dire tutti i podisti conoscono alla perfezione, nell’imminenza della corsa è meglio cibarsi di carboidrati, che sono facilmente digeribili, e non di proteine, che richiedono 6/7 ore per essere smaltiti. In particolare, per noi podisti del mattino, anzi, della notte, come dice Paolo…, un caffè dolcificato con un po’ di miele può bastare: primo, perché senza caffè uno difficilmente si sveglia; secondo, perché è meglio non aggredire lo stomaco con il solo caffè, che è irritante, sorbendolo con un cucchiaino di miele.

Peppe, a proposito, ma prima di uscire al mattino, tu fai qualche esercizio?

Sempre. Ho cura di puntare la sveglia anche un’ora prima, per svolgere tutto quello che devo fare prima di uscire, compreso un buon 10’ di  esercizi, o “stretching” che dir si voglia, tanto per restare in questa antipatica moda di usare termini inglesi…

Peppe, scusa, ma quali esercizi fai in particolare?

Braccia, schiena e gambe…, non necessariamente nell’ordine. Di solito, comincio dai polpacci e dal tendine di Achille, nel classico gesto di appoggiarmi a una parete come se volessi spingerla altrove, quel gesto che quando lo facciamo fuori casa, a un palo della luce, tanto per dire, qualcuno ci grida di… non buttarlo giù. Poi, mi tocco le punte dei piedi con le mani, senza piegare le ginocchia; subito dopo, mi distendo con le braccia come se volessi… toccare il soffitto. Viene poi il turno di roteare i muscoli del collo e le braccia, prima una alla volta e poi tutte e due insieme, simile a… un volo di gabbiano (serve per potenziare anche i muscoli del petto). Infine, è la volta dei piegamenti a gambe divaricate. Insomma, ogni gesto deve durare almeno un 10” in una serie di 3 ripetute. Se fai un calcolo, anche sommario, vengono fuori i 10’ che ti dicevo. Sai cosa? Quando non li faccio (a volte è capitato), ne sento la mancanza lungo tutta la prima parte dell’allenamento.

 

 

 

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