Qualcosa sui formaggi

Se dovessimo raccomandare ad un podista di mangiare del formaggio, sapendo che ne è goloso, gli diremmo che lo può tranquillamente assumere, a patto però che sia bene informato sui vari tipi di formaggi in commercio e sulle loro caratteristiche alimentari. Cominceremmo col dirgli, a scanso di equivoci, che li può mangiare anche due volte a settimana e che li può quindi inserire nell’ambito di un’alimentazione proteica al pari delle carni, del pesce e delle uova nella normale alternanza dei secondi piatti. Deve solo considerare che un etto di formaggio contiene dai 20 ai 50 grammi di grassi, che grosso modo corrispondono all’intero fabbisogno giornaliero di grassi, e che quindi deve calcolare bene le “porzioni” e i “tipi” di formaggi. Quelli magri, ad esempio, come scamorza, crescenza, ricotta…, ne può mangiare anche 100-150 grammi senza particolari problemi; cosa che invece gli può facilmente capitare (i problemi) se indugia nelle stesse quantità nei riguardi di formaggi grassi quali robiola, gorgonzola, pecorino…; in questi casi, superare i 50 grammi è sempre un rischio.

Se dovessimo indicare ad un podista il formaggio più digeribile, non avremmo il minimo dubbio: è la ricotta, perché ha meno grassi. Ma forse faremmo meglio a specificare che la digeribilità dei formaggi, così come ogni altro tipo di alimento, avviene nell’atto della masticazione. Per cui, se si mangiano formaggi e non li si mastica bene, cioè non si riducono a pezzettini veramente sottili, la digestione, la digeribilità, ne risente, anche se mangiamo formaggi cosiddetti leggeri. Non bisogna confondersi, dunque, e non si deve “trangugiare” del formaggio senza masticarlo bene solo perché è “leggero”.

Ma forse il podista con cui stiamo parlando vuole sapere qual è il formaggio migliore per lui, sia in generale che in particolare, ovverosia prima dello sforzo fisico. La sua preoccupazione è duplice: da un lato non vorrebbe ingrassare e dall’altro non vorrebbe appesantirsi prima dell’allenamento o della gara. Allora, gli diciamo che il formaggio va’ mangiato almeno, cioè come minimo, leggero o grasso che sia, due o tre ore prima dello sforzo. Poi, azzardiamo una nostra personale ipotesi che il miglior formaggio per un podista sia il grana (e non perché è il nostro preferito…). Il formaggio grana è un formaggio leggero in quanto ottenuto da latte parzialmente scremato e con un contenuto di grassi intorno al 28%, che dal punto di vista nutrizionale va’ molto bene. E poi c’è da dire che il grana, pur provenendo in fondo da un’origine animale, presenta una buona percentuale di grassi insaturi, che sono i migliori per il nostro organismo. Inoltre, a proposito di digeribilità, il grana lo è, perché le proteine durante la stagionatura del formaggio vengono lavorate dagli enzimi. E’ come se fosse un prodotto predigerito e che è in grado di fornire energie pronte all’’uso. Da non trascurare affatto neanche il suo apporto vitaminico, di calcio e di altri minerali importanti per il nostro metabolismo quali fosforo, iodio, selenio, magnesio, rame…; insomma, si può dire che è un toccasana.

Notiamo che il podista sembra troppo convinto, per cui ci affrettiamo a ripetere che è un nostro gusto del tutto personale, che tutti i formaggi, più o meno, hanno di queste caratteristiche e che ogni podista deve capire qual è la sua preferenza alimentare sia pure in base all’attività che svolge. Ad ogni buon conto, gli facciamo un rapido… resoconto dei formaggi. Quelli freschi, come ad esempio la crescenza, danno 250 calorie per 100 grammi e il 21% di grassi; la ricotta, 136 calorie, 15% di grassi; lo stracchino, 290 calorie, 22% di grassi; la “celebre” mozzarella, 245 calorie, 16% di grassi. Per quanto riguarda i formaggi grassi, abbiamo detto all’inizio: moderazione.

Preveniamo la domanda del podista che, a questo punto, sembra sgorgargli dalla bocca: “E per la conservazione?”. I formaggi stagionati si conservano bene a temperatura ambiente, però quelli freschi devono andare in frigo, magari nello scomparto apposito, avvolti in carta di alluminio e tirati fuori mezzora prima del consumo.

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