L’analisi del gesto di Fabrizio Romano

“Bravo, continua così, Fabri, ma bisogna migliorare un po’ lo stile, ha detto Peppe…, per essere più contento tra 20-30 anni, quando i tuoi nipoti vedranno le foto.”

“Michele, dici a Peppe che, quando la velocità aumenta a ritmi vertiginosi…, la postura inevitabilmente ne risente…, lui non può provare questa ebbrezza….”

E’ lo stralcio di un commento su face book fra Michele Imperato e Fabrizio Romano avente ad oggetto l’ormai ricorrente e simpatica presa in giro circa le mie attuali e precarie condizioni fisico-atletiche. Essi non sospettano che io… agirò di conseguenza…, o forse lo vorrebbero, chissà, che io coglierò al balzo l’occasione, per approfondire la tematica del gesto di Fabrizio, partendo dalla foto che lui stesso ha postato sul social, indicandone se non le imperfezioni almeno le urgenti necessità di porre dei rimedi alla sua postura…

Cominciamo da quello che maggiormente balza agli occhi di un eventuale osservatore esterno. L’apertura delle gambe, la cosiddetta falcata, è troppo corta, tipica di chi ha un appoggio incerto. Ciò può essere causato dal basolato sottostante che notoriamente rende difficoltoso a tutti i podisti il mantenimento del corretto stile di corsa. Ma nel caso di Fabrizio si nota una spiccata discrasia fra le gambe, il tronco e le spalle, che denunciano chiaramente una sofferenza posturale, sicuramente dovuta a una carenza (mi permetto di aggiungere “cronica”…) di esercizi atti a quello che comunemente si chiama “potenziamento muscolare”. Quanto poi alla dichiarata… “velocità vertiginosa”, alla quale io non sarei aduso, e responsabile primaria di un’errata postura, mi “corre” l’obbligo di ricordargli che le cose, per una precisa legge meccanica, non stanno affatto così. Si prenda ad esempio una macchina che fosse spinta al di là della propria cilindrata. Di sicuro essa sbanderebbe, perché non avrebbe una carrozzeria in grado di supportare la spinta eccessiva. Si suol dire, “andrebbe fuori giro”… Ecco, nel suo caso, Fabrizio non può andare molto più veloce di quello che, umanamente e coraggiosamente, fa’, dal momento che non si è procurato per così dire una base preparatoria. E il suo incedere esitante, pur nell’ambito di un’andatura apprezzabile, ne è la prova.

Conclusione? Ascolti il consiglio di Michele, vecchia… “volpe”… del podismo regionale, e faccia un po’ di esercizi, in palestra o in casa. Lo faccia non per se stesso, non per Michele e neanche per me: lo faccia per i suoi nipoti…!

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