Carlo Vittori, non solo Mennea

Lo scorso 24 dicembre, ad Ascoli Piceno, dov’era nato nel ’31, è morto il prof. Carlo Vittori. Noi che apparteniamo al mondo dell’Atletica Leggera, nel mentre ci rattristiamo, lo vogliamo ricordare per tutto quello che ha fatto, non soltanto per essere stato l’allenatore del campionissimo Mennea.

La sua carriera di atleta è degna di nota, perché oltre alla partecipazione olimpica di Helsinky (’52), quando ancora era veramente “importante partecipare”, è stato campione italiano nei 100 m, negli anni 52-53. E scusate se è poco.

Ma è con quella di allenatore che raggiunge i massimi livelli. Porta al record mondiale dei 200m Mennea (tuttora record europeo), Fiasconaro negli 800m, a record ufficiali nelle varie categorie Donato Sabia e Pier Francesco Pavoni. Incredibile collana di risultati!

Evidentemente, doveva esserci in quest’uomo un qualcosa di speciale, certo cementato da un mix di sagacia tecnica e, vorremmo dire, umana; a dimostrazione che in un atleta e in un uomo, allo stesso modo, non si possono scindere preparazione tecnica e impegno fisico, anima e corpo.

La dimostrazione pratica di quanto asseriamo, ci sembra di vederla scritta in questa definizione del prof. Vettori, che riportiamo in modo quasi religioso, ad emblema di quello che dovrebbe essere il credo di ogni atleta e allenatore.

“L’allenamento moderno è un processo pedagogico complesso che si concretizza nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da produrre sforzi progressivamente  crescenti in una continua variazione del loro sviluppo, per stimolare i processi di <supercompensazione> dell’organismo e migliorare le capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e concretizzare il rendimento in gara.”

E’ tutto scritto qua. L’allenamento come educazione, fisica e mentale, verso una graduale ma continua attività, con lo scopo di rendere migliori tutte le condizioni prestative dell’atleta.

E tutto resterà, caro prof. Vittori, scritto nella nostra mente.

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