A quale età avviare alla corsa i bambini?

Sappiamo di amici podisti che appena possono avviano i loro figli alla pratica dell’Atletica Leggera. Siamo orgogliosi di far parte di un ambiente che crede nei valori formativi dello sport e che mette in pratica questi ideali, in modo spontaneo e naturale, a beneficio delle future generazioni. Però, qualche volta ci chiediamo quale sia l’età giusta per avviare un bambino all’Atletica Leggera, anche perché ci accorgiamo che si ha la tendenza a trascurare altri ambiti insiti nella disciplina, quali i salti e i lanci. Dando cioè a un bambino già un chiaro e precostituito indirizzo, secondo noi, si può indurlo a considerare che l’Atletica Leggera sia unicamente la corsa, restringendogli magari la sfera di possibili interessi e divertimenti nei diversi settori.

D’altronde, cosa potrebbe fare un povero genitore, benché podista, in mancanza di vere e proprie “scuole di atletica” sulla stregua molto diffuse sul territorio almeno regionale di “scuole calcio”, “scuole basket, eccetera? Perché il dato, abbastanza sconfortante (in regione), è questo: mancano le “scuole di atletica”. Già la stessa dicitura, bisognosa di preposizione semplice a specificare lo sport di riferimento, denota la desuetudine a indicarne uno che è, nei fatti concreti e nelle abitudini di vita, distante dai canoni quotidiani degli  sportivi in generale. Ed allora l’equivoco si allarga ad una sfera di aleatorietà che investe tutti coloro che gravitano nel mondo dell’Atletica Leggera, siano essi attori o spettatori, protagonisti o fruitori, di uno spettacolo che quasi sempre, se non sempre, veste i panni dell’approssimazione, se non dell’invenzione. Ci riferiamo a quei pochi ed eroici podisti che nell’ambito delle loro società podistiche di appartenenza riversano verso i bambini, propri o altrui, tutto il loro entusiasmo e cospicue somme sottratte alla loro disponibilità economica pur di avviare all’Atletica Leggera i bambini che, stando così le cose, sono inevitabilmente portati più alle corse che ai salti e ai lanci, perpetrando l’equivoco di cui sopra. A poco serve che questi eroici podisti si qualifichino presso la FIDAL quali “istruttori federali”, in assenza di un “indotto” pronto ad accoglierne progettualità e competenze. Servirebbe viceversa che lo Stato prevedesse una massiccia programmazione nella scuola dell’obbligo, fin dalle classi elementari, per inculcare nei bambini la concezione basilare della pratica dell’Atletica Leggera in tutte le sue componenti. In altre nazioni (e in altre regioni…) si chiama “cultura sportiva”.

Ma, a conti fatti e pur necessariamente sorvolando su questi aspetti di carattere generale, a quale età è conveniente avviare i bambini alla corsa? La FIDAL suggerisce le categorie Esordienti fin dai 6 anni. In passato, la stessa categoria indicava negli 8 anni l’età occorrente. Evidentemente, si è voluto rimarcare l’aspetto ludico che deve sempre di più accompagnare l’ingresso dei bambini in questo mondo, così da poter “confondere”, nel senso migliore del termine, l’esordiente di turno con corse, salti e lanci offerti “in ordine sparso”. Ben venga quindi questo anticipo nell’ingresso, questo precoce avvicinamento, ma che sia sempre e soltanto inteso come un gioco. Il bambino dovrà giocare, cioè sperimentare in tutte le forme possibili, per imparare la propria fisicità e la propria spazialità, a sperimentare il suo corpo e il suo movimento negli ambienti in cui vive.

Le attività in cui il bambino sarà impegnato, saranno quali esclusivamente dei giochi: circuiti, birilli, ostacolini ed altro, saranno gli strumenti che useranno alla stessa stregua dei trenini e delle bambole, tanto per intenderci e per estremizzare il discorso. Le eventuali e sporadiche garette, saranno un ulteriore gioco ai quali i bambini parteciperanno come se si trattasse di una gita, cioè un gioco “fuori porta”, come certe scampagnate fatte con la famiglia. E a proposito di gare, quelle delle prove multiple sono da preferire, proprio perché contribuiscono ad allargare la sfera emotiva ed esperienziale dei bambini… verso la materia. In questa fase, gli esordienti devono in modo essenziale esercitarsi ad addestrare la coordinazione, la destrezza e la rapidità e in maniera più assoluta evitare qualsiasi forma di specializzazione precoce, compito magari delle categorie successive dei Ragazzi e dei Cadetti. Quindi, vanno bene tutte le esercitazioni volte alla partecipazione di gare quali i 60m hs, il salto in alto, il lancio del vortex, i 60m, i 600m, il salto in lungo, che si vedono (a volte, intravedono…) nelle gare di triathlon e di tetrathlon e che potremmo riassumere nel titolo “non solo corsa”.

A quale età, in conclusione, avviare i bambini all’Atletica Leggera? Va’ bene “anticipare” fin dai 6 anni l’ingresso nel fascinoso mondo dell’atletica, ma a patto che per tutte le cosiddette fasce (Esordienti A, B e C) si tenga continuamente conto del loro carattere “promozionale ad ampio spettro” tese sempre e soltanto a: favorire lo sviluppo psicomotorio attraverso i gesti naturali dell’uomo del correre, del lanciare e del saltare (detti in ordine alfabetico…); contribuire a formare un corretto stile di vita; sviluppare una sana mentalità sportiva, anche in relazione ai compagni di squadra e degli avversari.

E chissà che, giocando giocando, non venga fuori qualche talento….

 

 

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