L’alfabeto del podista
Ogni tanto sentiamo dire da un podista arrabbiato, o deluso, che vuole “cancellare dal suo vocabolario” quella tale o tal altra parola. Ma… allora “esiste un vocabolario del podista”, ci siamo detti. Com’ è fatto? Cosa contiene? Dove si trova? Ecco il risultato della nostra ricerca.
A – ALLENAMENTO – Non esiste un podista che non si alleni. Se qualcuno corre senza allenarsi vuol dire che podista non è. L’allenamento è quella cosa che è inserita nella giornata del podista come un elemento naturale. Non importa se alle prime luci dell’alba, o in quelle pomeridiane, o in quelle ultime, o perfino quando non ci sono più. Il podista si allena e basta. Tutto il resto passa in secondo ordine.
B – BORSONE – Avete presente il podista quando si reca ad una gara? Quel borsone che tira fuori, quando arriva sul posto, dal portabagagli? Ebbene, in quel contenitore c’è tutto ciò che gli serve, prima, durante e dopo la gara; quindi, delle cose incredibili agli occhi degli estranei al mondo dei podisti. Si potrebbe definire, il borsone, la “casa ambulante” dei podisti. Vi trovate di tutto: maglie, asciugamani, acqua, biscotti, broscure, occhiali….
C – CORSA – “Troppo facile”, penserete, fare coincidere “c” con “corsa”. E invece no. Qui s’intende la corsa del podista nelle sue varie sfaccettature: corsa lenta, corsa media, corsa veloce. Se poi vogliamo dirla tutta, c’è la corsa progressiva, il fartlek, la variazione…, dobbiamo continuare? Quindi, dire “corsa” non è “facile”, come sa ogni buon podista, ma è “impegnativo”.
D – DIARIO – Si potrebbe dire che il diario è “l’indumento intimo del podista”. In esso sono come sintetizzati tutti i suoi segreti, le sue aspirazioni, i suoi confronti, i suoi programmi, i suoi risultati: cose che appartengono solo a lui e a lui soltanto. Intime, per l’appunto. Ogni anno ha il suo diario. E di tanto in tanto, il podista lo apre per riper-correre ciò che ha fatto, per trarne suggerimenti per quello dell’anno in corso. E solo lui può leggerlo, se vogliamo dire che leggere significa capire.
E – ENERGIA – L’energia, fisica e mentale, è quella che oc-corre (inevitabilmente) al podista. Senza energia, potremmo dire… non si cantano messe! L’energia è il carburante del podista. Quando e dove è possibile farne rifornimento? Al distributore del negozio alimentare e alla motivazione personale. A volte, in certi finali di gare, si ricava da insospettabili riserve che giacciono nella sua mente, che fanno pensare al povero podista che lui non si conosce affatto.
G – GARA – La gara! La quintessenza del podista. Se è vero che non c’è podista senza allenamento, è altrettanto vero che non c’è podista che non faccia, almeno in un certo periodo, qualche gara. Sapete perché? Se siete podisti, lo sapete; se non lo siete, ve lo confidiamo. Nella gara, prima, durante e in parte anche dopo, si verifica un fenomeno bellissimo e stranissimo, che si manifesta solo in coincidenza della gara, che fa’ dimenticare affanni fisici ed esistenziali, che ci isola in un certo qual modo dal resto del mondo e ci mette al cospetto di noi stessi: si chiama “adrenalina”.
H – HABITUE’ – E’ l’abitudine, che fa’ rima con “consuetudine” e che fa’ rima anche con “il nostro pane quotidiano”. L’”abitu-dine” è l’abito (abitu) della nostra libidine (dine). Siamo fatti così.
I – IMPERMEABILINO – E’ uno di quegli indumenti che non preferiamo, che volentieri trascuriamo. Però, quando piove in maniera consistente, gli siamo grati della protezione che ci offre, nonostante noi lo si trascuri sempre. Vorremmo dirgli che non ce l’abbiamo con lui; è che tutti i manuali di podismo, ce lo sconsigliano, perché l’eccessiva e artificiale sudorazione che il suo uso comporta, è più dannosa che utile.
L – LAVORO – Parola incredibilmente importante. Per il podista, la sua “costituzione” è… fondata su di lui! Questa è una buona notizia, per i dati istat: nel mondo podistico non esiste la disoccupazione! Tutti i podisti “lavorano”, almeno una volta a settimana. I più esperti, o i più capaci (per fisico e orari), “lavorano” anche due o tre giorni a settimana. I professionisti, poi, al mattino fanno solo corsa lenta, per dedicarsi nelle ore pomeridiane a sedute di lavori specifici e mirati. Nel mondo podistico, chi non lavora non fa’ l’amore? No, chi non lavora non fa’ i tempi!
M – MARATONA – In ogni cosmologia c’è un personaggio mitico che ha dato inizio alla creazione. Nel podismo, per quanto riguarda la maratona, gara classica più di qualsiasi altra, quel mito si chiama Filippide. Se quel primo maratoneta non avesse vissuto quella terribile esperienza, molto probabilmente, il mondo podistico avrebbe cercato (e trovato) un altro personaggio che riuscisse a toccare le molle ancestrali degli appassionati della corsa. Pensate che i giochi olimpici, non prevedevano la maratona. Tutte le gare di corsa si svolgevano all’interno dello stadio, che misurava, grosso modo, 200 metri.
N – NATURA – Ma cosa cerca, se cerca, il podista? Cerca, secondo noi, il contatto con la natura. La natura si presenta agli occhi degli uomini, come quel qualcosa di indistinto e di oggettivo, che esiste e resiste fra gli elementi del creato. La stessa fatica, il sudore, la sofferenza, il sentire i propri muscoli attivarsi, l’avvertire la piacevole sensazione di superare le difficoltà, eccetera; tutto questo, in un certo senso, non avvicina alla natura, è la natura. Sapete perché si dice, giustamente, “corpo sano in mente sana”? Perché l’uomo, quando corre, diventa anche più buono.
O – ORARIO – L’orario è una delle cose fondamentali del podista. L’orario è il tempo che il podista dedica alla corsa. Non a caso non si dice “ora”, ma l’insieme delle ore. Perché il podista ha bisogno di svariate ore, per svolgere degnamente la sua attività: un’ora per mangiare un qualcosina prima dello sforzo e per prepararsi il giusto abbigliamento (anzi, due ore…); un’ora di corsa vera e propria; un’ora per la doccia e tutto il resto; un’ora per…, il podista trova sempre un’ora per fare qualcosa relativo alla corsa (lavarsi le scarpe, andare a comprarsele di nuove, vedere un filmato di podismo, leggere una rivista specialistica, eccetera). A quante ore siamo arrivati?
P – PROGRESSIVO – Sapete qual è il tipo di corsa più difficile da praticare per un podista? E’ la corsa in progressione di velocità. Bisogna partire lenti (e il podista, all’inizio, è sempre carico di energia e… fiducioso sulle proprie possibilità); poi, aumentare gradualmente il ritmo, ascoltando il corpo (se le gambe girano, come girano, eccetera) e avendo cura di velocizzare l’andatura nella maniera programmata; infine, nell’ultima parte della corsa, il podista deve simulare l’arrivo di una gara, cioè deve impremere alla falcata tutta la spinta e la veemenza di cui è capace.
Ditemi voi se non è difficile.
Q – QUADRICIPITE – E’ il muscolo anteriore della coscia. Si chiama così, perché sono quattro i muscoli che compongono la parte. Il quadricipite, all’occhio del profano, fa’ apparire il podista un superuomo, con tutta quella fascia muscolare, scolpita, che freme mentre corre.
R – RIPETUTE – Le ripetizioni, a scuola, sono state sempre antipatiche. Sono anche un sintomo di manifesta incapacità. Nel podismo, invece, servono per migliorare la capacità anaerobica, cioè per andare più veloci. Quindi, sono bellissime, perché utilissime. Certo, bisogna stare attenti. Si deve stare in perfetta efficienza fisica ed è meglio non aver superato una certa età. Quale? Questo, il podista non ve lo dirà mai!
S – SCARPA – Care, belle e dolci scarpe…! Quale podista non si è innamorato, almeno una volta nella vita di… qualche paio di scarpe? Ed anche per le scarpe vale il detto “il primo amore non si scorda mai”. Vero, tutto vero. Di bello le scarpe hanno anche che non si possono dare in prestito. Tutto si può dare in prestito, automobile, libro, coniuge…, ma non le scarpe!
T – TEST – Il test è una prova, che il podista fa’ per una qualche ragione sua: se proviene da un infortunio, se può competere degnamente in quella gara, qual è l’attuale condizione, eccetera. Nella “testa” del podista ci sono anche i “test”, che quasi tutti i giorni lo sottopongono a delle riflessioni su sé stesso. Ben vengano queste situazioni, che ai non addetti potranno apparire come delle esagerazioni, perché il podista non si stancherà: egli è “test-ardo”….
U – UMORE – Finalmente siamo al cospetto di una lettera che non teme confronti: l’umore del podista è sempre ottimo. Il podista, solo se non corre, ha l’umore che si trasforma. Anzi, si trasforma proprio lui; non è più riconoscibile ai suoi stessi familiari. Ma per fortuna, la stragrande maggioranza dei podisti non è infortunata.
V – VELOCITA’ – Si ha un bel dire che la vita moderna, tutta presa dal vortice della velocità, porta allo stress. Al podista non importa un fico secco. Egli, correndo, si libera dallo stress e vuole, appunto, conseguire proprio la velocità: deve battere il suo amico, quel record personale, o tutte le altre cose che la sana competizione sportiva gli offre. Gli uomini moderni che si lamentano dello stress, non sono podisti: che facciano una scelta!
Z – ZAINO – Lo zaino è un piccolo contenitore nel quale il podista ripone quello che di più minuto e indispensabile gli serve per la corsa. E’ quel bagaglio “volante” che gli fa’ compagnia quando deve raggiungere degli amici per fare un allenamento rigenerante. Oddio, gli serve anche se deve fare un allenamento più consistente. Resta sempre un caro compagno di viaggio giornaliero, magari di poche ore…, quelle migliori della giornata!