Quante e quali gare disputare in un anno?

Tranne rare eccezioni, qualsiasi podista che diventa tale focalizza la sua attività sportiva nell’ambito della possibilità di  partecipare a delle gare. E’ un dato di fatto indiscutibile. Però, e come si diceva un tempo, la domanda sorge spontanea; anzi, ne sorgono due: “quante” e “quali” gare disputare? Si pone quindi all’attenzione del podista subito un dilemma relativo alla “tipologia” delle gare da preparare, se cioè si debba puntare sulla “quantità” delle prove agonistiche, o sulla “qualità” delle stesse, o se perfino sia meglio diversificare gli obiettivi in base ad una programmazione annuale di cimenti.

L’ultima declinazione ci appare la più opportuna, e diciamo subito il perché. Non si può infatti sportivamente pensare di poter essere al massimo della condizione per tutto l’anno. Quindi, è logico diversificare gli impegni alle gare in base alle condizioni di forma precedentemente preparate. Al massimo, e questa è un’opzione non da poco, in un periodo di avvicinamento a quello che si presume debba essere un periodo di condizione ottimale, qualche gara, effettuata in un certo modo, in maniera rilassata, non esasperata, come se fosse un buon allenamento anaerobico, può costituire un test molto attendibile per saggiare l’effettivo progresso della forma.

Esistono poi delle situazioni oggettive legate indissolubilmente all’attività podistica relative alle gare. Qualche esempio?

Nel periodo invernale (dicembre, gennaio, febbraio), che è un periodo essenzialmente di costruzione, si privilegiano le gare di cross e le gare indoor su pista, oltre a qualche sporadica, e utile, garetta domenicale di 10 km su strada, unitamente ad una Mezza, svolta quasi al pari di un allenamento di fondo. Diciamo 10 gare.

Nel periodo primaverile (marzo, aprile, maggio, giugno), si assiste a un’esplosione di vitalità sportiva, caratterizzata dalla messa in pratica della preparazione in precedenza accumulata. Si è pensato a qualche Maratona, per la quale è d’uopo gareggiare in almeno due Mezze, per non parlare degli impegni domenicali delle 10 km su strada che a questo punto possono diventare appuntamenti quasi fissi. Diciamo 15 gare.

Nel periodo estivo (luglio e agosto), sono sospese le attività…, ma non quelle “feriali”, legate alle belle e suggestive manifestazioni di feste locali, per lo più serali, da frequentare in allegria. Gare, come si diceva in precedenza, svolte in maniera rilassata e per sostituire i lavori anaerobici che data l’elevata temperatura non si possono più svolgere. Diciamo 5 gare.

Nel periodo autunnale (settembre, ottobre, novembre), che per certi aspetti meteorologici è simile a quello primaverile, valgono le stesse “condizioni”. E’ un periodo in cui è possibile, anzi auspicabile, partecipare a una qualche Maratona, per la qual cosa s’impone quasi gareggiare in un paio di Mezze. Con l’ovvio corollario delle varie 10 km su strada, sempre numerose durante la stagione autunnale. Diciamo 15 gare.

Ora, facendo il computo totale delle gare viene 45. Ma è chiaro che il totale così ricavato deve tener presente sia della “qualità” che della “quantità” delle gare, come recita il titolo. A tale riguardo, si comprende facilmente che non tutti i podisti corrono due Maratone all’anno. Ed anche vero che alcuni ne corrono di più… Quindi, il discorso deve essere considerato una sorta di media, valida come metro indicativo… Possiano allora sostenere che nei due maggiori periodi agonistici, cioè quello primaverile e quello autunnale, vadano “sottratte” almeno 10 gare, raggiungendo così il totale di 35 gare all’anno, che è comunque un bel gareggiare…                                                                                                                                               

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