Mie innovazioni al podismo regionale, al bar

L’Atletica Leggera è una grande famiglia e i comitati regionali ne sono i componenti. E come in ogni famiglia che si rispetti…, ovviamente, ci sono dissapori e disparità di vedute. Soprattutto, quando l’attualità costringe tutti gli sportivi a fare scelte e riflessioni sulle proprie condotte. In particolare, a causa del Covid-19, l’intero movimento è mosso da notevoli turbamenti e un po’ tutti i podisti si stanno chiedendo come e cosa fare per fronteggiare le varie emergenze, in special modo quelle legate alla mancanza di gare, o meglio, a quei tentativi, più o meno ardimentosi o patetici, mediante i quali si vorrebbero organizzare competizioni che a voler essere garbati si potrebbero chiamare “spurie”…, per la loro, diciamo così, atipicità. Chi, come me, ne ha viste tante, in oltre 30 anni di attività, mai come in questo periodo… “è fatto oggetto di attenzione”…, anche al bar…

Prufussà, vuje sit’ espert’, ma sti gar’, se fann’, o no?, mi chiedono quasi all’unisono…

 

Faccio fatica a spiegare che l’importante, nel podismo, è correre non gareggiare. Soprattutto, faccio fatica a spiegare che quando noi, singolarmente, siamo impegnati in un organismo, dovremmo cercare di dare il nostro personale contributo al miglioramento dello stesso, non a pensare di usufruirne di quelli già per tutti gli aderenti a disposizione. Non per vanteria, ma per sincerità di ricordi, l’esperienza che mi viene riconosciuta, scaturisce da questa mia convinzione profonda. Non sono stato indifferente al mondo podistico al quale mi avvicinai nel 1985 e, nello specifico, al podismo regionale campano, dal 1993…

Quando cominciai a correre sul serio, quindi a gareggiare con una certa frequenza, per onorare la mia squadra di appartenenza e per conseguire alcuni obiettivi cronometrici che mi ero prefissato, eravamo alla partenza di una gara un 200-300 atleti, al massimo, con 2 oppure 3 podiste, di varie squadre sparse sul territorio regionale. Posso affermare che pensai si dovesse allargare la sfera dei podisti aprendo all’iscrizione di una squadra femminile, per incentivare il cosiddetto gentil sesso e per invogliare i bambini a praticare attività sportiva. Mi parve di notare che pochi figli seguivano i padri alla domenica…, e che forse per questo, nelle famiglie, non c’era un grande coinvolgimento. L’allora mio presidente, si oppose, protestando sull’eventuale presenza femminile all’interno della squadra che avrebbe portato a suo dire qualche “problematicità”. Sta di fatto che, appena dopo la costituzione della nostra squadra femminile ne seguirono molte altre. Se prima partecipavano alle gare 2 o 3 donne, si passò ad istituire le premiazioni per le prime 50 donne arrivate regolarmente al traguardo! Anche se poi la nostra squadra, al momento, è l’unica al femminile ad aver vinto un titolo italiano (Succivo, 2008), il movimento podistico campano al femminile, si è… maggiormente colorato di rosa grazie al sottoscritto.

Altro aspetto, altro argomento, sempre legato alla mia… esperienza. Nel 1996, ero infortunato, nell’imminenza di una delle gare più celebrate della Campania, la “Notturna Stabiese”. Poiché ero infortunato, ma non… impedito nei movimenti…, andai lo stesso a Castellammare, per incitare gli amici che vi partecipavano. Mi posizionai all’arrivo e commentai tutti coloro che giunsero al traguardo, almeno i primi 50, con nomi, cognomi, a volte appellativi, con squadra di appartenenza. Notai, nel bel gruppo di attenti e grati spettatori, che mi chiedevano interessati altri “ragguagli” sugli atleti, un amico molto più incuriosito degli altri… Lo rividi la settimana successiva ad una 10 km a Pomigliano, che… salì sul palco al momento delle premiazioni, per presentare i vincitori delle varie categorie. Era nata la categoria dei presentatori di gare. Altri amici hanno poi seguito l’esempio, determinando la nascita di una figura alla quale ormai nessun podista, o organizzatore di gare, vuol rinunciare.

Infine, andiamo al 1998. Dissi al mio presidente che bisognava adeguarsi e che era tempo di essere presenti on line, con un nostro sito. In quel tempo, c’era solo un timido tentativo della Fidal di adeguarsi ai tempi, imitato da un isolato podista della “Hippos Campi Flegrei”. Affidai l’incarico ad un amico della squadra che era molto competente al riguardo e partimmo, offrendo perfino ispirazione a dei siti podistici a carattere informativo generale, che andarono a beneficio del movimento, che indubbiamente era in forte crescita, stando al numero di iscritti e di partecipanti.

Prufussò, nun avit’ rispost’ ‘a domanda… Sti gar’, se fann’, o no?, mi dicono quasi all’unisono…

 

Credo di aver risposto… Quando ci troviamo immersi in un determinato presente, dobbiamo cercare di dare il nostro personale contributo, in modo sincero e spontaneo. Questo presente non deve essere considerato la realtà immutabile, però. Per capire il presente, si deve immaginare il futuro che ne può derivare, in base ai suoi presupposti. Ragazzi, dobbiamo imparare a convivere con questo virus…, anche per un paio di anni…, e cercare di adattare le nostre corse, non solo le nostre gare, a questa necessità.

 

 

 

 

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