Domande all’ortopedico: operarsi all’anca

Il nostro amico dottore entra nel “bar del podismo” e nota subito un’aria di mestizia, al contrario di quella solita, serena e rilassata. Tizio, Caio e Sempronio neanche lo vedono arrivare, intenti come sono al tavolino a parlare sottovoce fra di loro.

Ortopedico- Ciao, ragazzi, come va’?

Tizio – Oh, salve, dottò…

Caio – Ciao dottò…

Sempronio – Ciao…

Ortopedico – Ma cos’è quest’aria da funerale…?

Tizio – Beh…, è che…

Caio – …E’ che…., abbiamo saputo…

Sempronio – … Dottò…, abbiamo saputo che Pinco Pallina si deve operare all’anca…

Ortopedico – Ah!…

(Silenzio imbarazzante…)

Tizio – Lo dicevo, io, che correva troppo…

Caio – No, è che era pesante…

Sempronio – Mah…, chissà qual è la vera causa…

Ortopedico – In effetti, i fattori di rischio possono essere molteplici: malformazioni dell’anca, eccessiva attività fisica (non necessariamente sportiva), lesioni, artrosi, fattori predisponenti… Ma è sicuro che si deve operare? Cioè, si deve mettere la protesi?

 

Tizio, Caio e Sempronio (insieme) – Sì.

Ortopedico – Questo significa che l’articolazione di Pinco Pallina è seriamente danneggiata. Significa che nell’articolazione, dove si uniscono il femore e l’acetabolo, è molto compromessa la mobilità articolare. L’anca è la regione anatomica del corpo umano che collega il tronco agli arti inferiori. Quindi, la struttura relativa all’anca, comprendendo diversi muscoli, legamenti e ossa, è suscettibile di complicazioni. Basti pensare che sono interessati la radice del femore (testa e collo sottostante) e l’acetabolo (la cavità entro la quale si posiziona la testa del femore).  A volte non bastano, per la salvaguardia dell’anca, il liquido sinoviale e la cartilagine, ad impedire i danni che procurano le frizioni e gli urti da impatto, per cui si rende necessario l’intervento.

 

Tizio – Povero Pinco Pallina…

Caio – Ma che dicono le analisi…?

Sempronio – Questo non lo so…

Ortopedico – Le cause più frequenti, stando alla letteratura medica, sono l’osteoartrosi, il consumo della cartilagine, l’artrite reumatoide, le eventuali fratture e perfino malformazioni congenite… L’intervento si rende necessario quando l’entità del danno è notevole ed impedisce le normali attività quotidiane.   

 

Tizio – Povero Pinco Pallina…

Caio – Ma com’è quest’intervento…?

Sempronio – Già, com’è…?

Ortopedico – Oggi la tecnica è molto migliorata e si guarisce bene. La durata dell’intervento oscilla dai 60 ai 90 minuti e segue questa procedura: prima si incide l’anca, poi si rimuove l’articolazione danneggiata e infine la si sostituisce con una artificiale. La protesi d’anca è fatta di materiali diversi, lega metallica, polietilene o ceramica. Esistono molti modelli di protesi d’anca, ma quelli maggiormente usati sono una diecina. Comunque, la scelta definitiva deve tener presente dell’età del paziente, del peso corporeo, del sesso, di eventuali allergie al materiale che si intende usare e della patologia di base.

 

Tizio – Povero Pinco Pallina…

Caio – Ma si guarisce…? Potrà tornare a correre…?

Sempronio – Già…

Ortopedico – Dopo l’intervento, bisogna chiaramente rispettare alcune tappe, ai fini di una pronta guarigione. Innanzitutto, il ricovero ospedaliero si aggira fra i 3 o i 5 giorni e si può fare subito uso delle stampelle, per muoversi. Durante la degenza in ospedale, quando si sta a letto, è consigliabile mettersi un cuscino fra le gambe, per la corretta posizione dell’anca. Le stampelle si useranno, per la deambulazione, per almeno 4/6 settimane, perché questo è il tempo necessario per la guarigione del muscolo legamentoso. Volendo essere previdenti e per evitare la formazioni di trombi, andrebbero praticate delle iniezioni di anticoagulanti, come l’eparina. Comunque, il recupero totale avviene dopo un periodo di 2/3 mesi. Se si possono praticare degli sport? Quelli da contatto sono assolutamente da escludere. Gli altri, si può pensare di praticarli, ma in maniera assolutamente blanda, ad eccezione forse del nuoto, perché l’impatto è del tutto assente. Il podismo? Dopo un congruo periodo di riposo e un altro di corretta riabilitazione, si può ipotizzare una mezzora di camminata blanda con un paio di scarpette bene ammortizzanti. Diciamo, per il primo anno, dopo l’intervento. Poi, si vedrà. Dipende dall’età e dalla condizione generale del soggetto, compresa la sua eventuale… motivazione, ma che deve essere in ogni caso attentamente monitorata.

 

(Gli amici si guardano negli occhi senza parlare…)

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