Domande all’ortopedico: quel dolore alla milza

Nel “Bar del Podismo” c’è una strana quiete. Orazio, il gestore, se ne sta sonnacchioso alla cassa, tenendo un pugno sotto al mento con l’aria di chi schiaccerebbe volentieri un pisolino. Disseminati sulle sedie alcuni podisti guardano distrattamente la TV, mentre altri parlottano tra di loro. Ma, all’improvviso, l’ambiente si anima: sono i soliti Tizio, Caio e Sempronio. Ascoltiamoli.

Tizio – Oggi non ho potuto allenarmi, pur correndo lentamente, mi è venuto un forte dolore al fegato (e mette la mano al fianco sinistro).

Caio – Scemo, a sinistra c’è la milza….

Sempronio – Sì, è vero, la milza e a sinistra dell’addome. Ma, ragazzi, cos’è questa milza?

Tizio – Destra o sinistra, ho avuto un dolore atroce, tanto che mi sono fermato.

Caio – Qui ci vorrebbe il nostro amico dottore. A proposito, nessuno l’ha visto?

Sempronio – No…, non si è visto…, strano, a quest’ora di solito passa di qua… Dottò! Dottò! Ben tornato! Cercavamo proprio di voi!

Dottore – Che c’è…?

 

Caio – C’è che questo scemo di Tizio pensa che la milza si trovi a destra…

Tizio – E vabbé…

Sempronio – Dottò, Tizio oggi si è fermato… Ma cos’è sta milza?

Dottore – Veramente, non tutti i medici sono d’accordo sulla sua funzionalità e sulle patologie che può procurare.

 

Tizio – Avete visto?

Caio – Che c’entra, comunque non sta a destra.

Dottore – Voglio dire che a volte è l’intero diaframma a dare fastidio, a causa di una respirazione brusca, per cui il dolore si irradia e può disorientare il malcapitato. A parte questo particolare, la milza è un organo che si trova tra lo stomaco e il rene sinistro, è parte integrante del sistema linfatico ed ha la funzione di sostenere la risposta immunitaria dell’organismo, in quanto svolge un doppio ruolo: da un lato, come detto, si occupa della risposta immunitaria producendo linfociti; da un altro, funge da filtro del sangue, ripulendolo da piastrine e globuli rossi che hanno esaurito il loro compito.

 

Sempronio – E il dolore di Tizio, da cosa può essere dipeso?

Dottore – Sulle cause, circa la milza, si possono fare solo ipotesi: errata respirazione, postura sbagliata, eccessiva presenza di globuli rossi. Sicuramente, incidono il consumo di alimenti ricchi di lipidi e di fibre e un riscaldamento affrettato. Stiamo, ovviamente, parlando di podisti…

 

Tizio – Dottò, scusate, io sono il diretto interessato… Corro da diversi anni, ho quindi una certa esperienza, anche di respirazione e di postura. Eppure…, mi è capitato. Non posso dire nemmeno che mi sforzavo troppo, perché correvo al mio ritmo di corsa lenta…

Dottore – Il nostro corpo non mente mai. Se si è verificato il problema, un motivo ci dev’essere. Non è la respirazione, la postura e l’inesperienza? E allora può significare che il nostro stato di forma è molto precario e che il minimo sforzo comporta affaticamento della milza la quale, poverina, si difende lanciando il segnale di dolore. Ti sei fermato? Hai fatto bene. Ma, dimmi, ti è mai capitato in precedenza?

 

Tizio – Che io ricordi, mai… Perché?

Dottore – Perché altrimenti ti dovresti preoccupare…Potrebbe essere il sintomo di un problema cardiaco, o anche di mononucleosi, oppure potrebbe trattarsi di un problema epatico. In questo caso, la “spenalgia”, così si chiama il male alla milza, è dovuta alla resistenza che il sangue incontra nel suo deflusso, che avviene attraverso la vena porta che si riversa nell’organo epatico; ma ciò, proprio per l’eventuale patologia interessata, la parte perde molto della sua permeabilità e oppone resistenza al passaggio del sangue. Questa resistenza non è altro che il dolore che si avverte.

 

Sempronio – Dottò, consigli…, rimedi…, ce ne sono?

Dottore – Ce n’è uno soprattutto, e sempre: il buon senso. Quando si fa’ una cosa, è sempre “sempre bene farla bene”: alimentarsi correttamente tre ore prima della corsa, fare un adeguato riscaldamento, non forzare la respirazione, rallentare se insorge il fastidio, fermarsi se persiste. Se il caso dovesse ripetersi, significa o che si è stanchi o che è consigliabile riferirlo al medico di fiducia.

 

 

 

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