Paolo chiede aiuto: troppo caldo per correre

Quando d’estate la temperatura è troppo elevata, sia al mattino presto che a sera inoltrata, e… l’umidità cosiddetta “percepita” oltrepassa la soglia già abbastanza alta della sopportazione di cui è capace il podista medio, cosa bisogna fare, se proprio non si riesce a correre? Rammaricarsi, rinunciare, oppure ripromettersi di farsi forza e uscire lo stesso? E’ quello che mi chiede Paolo, il mio amico di allenamento, dal quale sono momentaneamente lontano. Gli rispondo così.

Può capitare, al podista interessato, quasi un senso di colpa: invece di godere delle aumentate ore di luce e magari del tempo libero a disposizione derivante dal periodo di ferie, egli se ne sta come in disparte, sospeso fra la voglia di continuare ad essere un podista abitudinario (con uno stile di vita ben preciso e salutare) e una marcata spossatezza (un’indolenza ai limiti della prostrazione assoluta) che induce a non oltrepassare l’uscio di casa. Che fare?

Accorgimenti da adottare.

Correre a giorni alterni. Se proprio è veramente difficile correre tutti i giorni, come si è solito fare in modo del tutto normale, allora si può ripiegare su di un’antica, pratica e comoda soluzione: farlo a giorni alterni. Semplice ed efficace. Semplice, perché non costa tantissima “sofferenza fisica”, visto che al giorno di allenamento segue quello del riposo; efficace, perché da’ modo all’organismo di non perdere nulla della sua normale funzionalità organica.

Correre anche se per una quarantina di minuti. Non occorre che si sfidi il caldo insopportabile con un chilometraggio tale da sfiorare o perfino superare l’ora di corsa. Può bastare quasi dimezzare, o superare di poco, i chilometri che di solito si percorrono; sempre per l’indicazione di muoversi, di fare comunque un qualcosa di possibile e di… sopportabile.

Evitare lavori anaerobici. Ovviamente, dei cosiddetti lavori lattacidi, ripetute, progressivi o altro, meglio non parlarne. Forse, non sarebbe neanche il caso di fare degli allunghi, perché fatti un paio, in assoluta condizione di freschezza, può succedere che si possa essere presi da una certa euforia e che si decida di farne un numero tale che… tanto valeva fare delle ripetute…!

Non fare il riscaldamento. Ecco un’altra cosa a cui il podista non deve affatto pensare, se nel suo programma giornaliero, nell’infuocata giornata estiva, è prevista un’uscita di corsa: non deve pensare di fare il riscaldamento. Infatti, è del tutto fuori luogo pensare di preparare l’organismo all’allenamento, visto che l’obiettivo è quello di fare solo un po’ di moto, senza nessuna pretesa.

Bagnarsi un po’ i capelli prima di iniziare, o usare un berrettino. Nel caso si scelga di correre, al mattino presto a tarda sera, quando cioè il sole quasi non si vede, è sempre meglio prima di uscire bagnarsi un po’ i capelli. Invece, se l’uscita coincide… con quella del sole (un poco dopo l’alba, o nel pomeriggio inoltrato), allora munirsi di un berrettino appare veramente indispensabile.

Uscire a correre per svolgere qualche piccola commissione (comprare il giornale). Questo è uno dei tanti esempi che si potrebbero fare: trasformare il breve allenamento in qualcosa che comunque si ha in animo di fare: comprare il giornale, arrivare al bar sulla spiaggia, dove si farà il bagno subito dopo la corsa, e via discorrendo. Come dire, abbinare l’utile al dilettevole.

Rinunciare ad eventuali gare, tabelle, programmi. Questo periodo come lo stiamo delineando, deve essere considerato “non agonistico”e per tanto, gare, allenamenti e obiettivi, non faranno parte delle… occupazioni mentali del podista. Se invece si dovesse rimuginare qualcosa, anche perché trascorsi pochi giorni in totale spensieratezza mentale ci si sentisse in grado di sostenere impegni podisti più rilevanti, avremmo vanificato il periodo di recupero, fisico e mentale, che pure riveste una certa importanza per ogni tipo di podista.

In effetti, se si mettessero in pratica questi semplici consigli, si farebbe un ottimo…riposo attivo.

 

 

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