Gli ostacolini nell’allenamento podistico

In Atletica Leggera, chi ha la fortuna di avere un’età compresa fra i 6 e i 16 anni, delle persone eroiche che li seguono e li sostengono negli allenamenti e un campo sportivo sul quale esercitarsi, li conoscono; quasi tutti quanti gli altri, i podisti cosiddetti della domenica, ma che magari si allenano ogni giorno a costo di enormi sacrifici e di grandi passioni, ne hanno solo una pallida idea e una vaga conoscenza: sono gli ostacolini da campo.

Gli ostacolini da campo si ritrovano spesso relegati a in un cantuccio dello stadio e dal podista amatore, anche di un certo livello, sono considerati attrezzi utili solamente per i ragazzi, da disdegnare in un programma di allenamenti seri, mirati al conseguimento di un obiettivo cronometrico prestigioso. Non è vero. Gli ostacolini da campo dovrebbero essere inseriti, sia pure con una certa parsimonia, in un qualsiasi programma di allenamento, anche severo, perché implica l’educazione e l’apprendimento del corretto stile di corsa, oltre a costituire una validissima occasione di variare la solita routine dell’allenamento tipo a cui il podista qualche volta si piega con fatalistica rassegnazione.

Non si tratta, quindi, semplicemente di saltare gli ostacoli, ma di sollecitare quei meccanismi (tecnici e muscolari) interessati nel gesto della corsa. Inoltre, come anticipato, una seduta ogni tanto (una volta ogni 15 giorni, ad esempio) risulta sicuramente divertente e aiuta a stemperare tutte quelle tensioni che in modo inevitabile si legano al podista lungo tutta la fase degli allenamenti impegnativi. Gli ostacolini possono anche, ma questo dipende dal singolo soggetto, trovare spazio nella fase del riscaldamento propedeutico ad un lavoro specifico.

Gli ostacolini ideali sono quelli che non superano i 25 cm di altezza, facili quindi da superare, ma non troppo, così da non impedire il necessario controllo del gesto che si vuole praticare. Possono essere distribuiti sulla pista ogni 2-3 m, per una distanza complessiva di 100-200 m, una distanza cioè congrua per stimolare il necessario. La distanza fra gli ostacolino e quella complessiva, possono ridursi o dilatarsi, a seconda del tipo di esercizio, se cioè si vuole allenare il ritmo o la tecnica di corsa. Ecco qualche esempio.

Controllo del ritmo – Gli ostacolini, posti a 3 m l’uno dall’altro, vengono superati per la distanza prevista. Poi, vengono posti a 2 m e superati per la medesima distanza. Infine, possono essere posti anche ad un solo metro l’uno dall’altro e, perché no?, anche a 50 centimetri, per enfatizzare la capacità di controllo-ritmo.

Controllo ritmo + potenziamento – L’esercizio si ripete, ma con saltelli  a piedi uniti.

Controllo della tecnica – Skip (saltelli) fra gli ostacolini, posti a 3 m l’uno dall’altro e percorso dell’intera distanza di 100-200m. Successivamente, a seconda del soggetto e del programma di allenamento, si riduce la distanza fra gli ostacolini, lasciando inalterata quella complessiva. Oppure, gli ostacolini vengono superati mediante la corsa calciata, o perfino posti a zig zag e così superati con la corsa normale fino alla chiusura della distanza prevista.

Bello, no?

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