Sono la sindrome del piriforme di Paolo

Paolo non mi conosceva, pensava che il gluteo fosse solo un grosso muscolo della natica… E invece si è accorto che esisto anch’io, piccolo muscolo posto dietro al gluteo. Così, all’improvviso, mentre si allenava in un tratto in discesa; ha sentito un dolore intenso proprio all’altezza della natica e poiché tutta la parte gli doleva fortemente ha pensato alla sua solita sciatalgia con la quale ormai convive da quando ha cominciato a correre. Solo che, il giorno dopo, quando ha finito la fase del riscaldamento e voleva aumentare il ritmo della sua corsa (doveva fare un “medio”), quel fastidio si è ripresentato in tutta la sua virulenza, al punto che ha dovuto prima rallentare e poi… camminare, per evitare una sofferenza veramente insostenibile.

Allora, si è precipitato a chiedere consigli agli amici e a documentarsi. In questo modo, ha fatto la mia conoscenza. In passato, praticando questo bellissimo sport, ha conosciuto altre parti del suo corpo, ma ora è toccato a me. Io sono un piccolo muscolo, piccolo per carità, ma importante, perché svolgo un’importante funzione nella rotazione dell’anca e nei movimenti verso l’esterno di tutto l’arto inferiore. Mi dispiace che gli sia capitato, però in fondo è giusto che… conosca anche me!

D’altronde, la sindrome che porta il mio nome è anche difficile da diagnosticare e visto che la sua insorgenza si manifesta in corrispondenza del nervo sciatico e spesso intesa come una forma di sciatalgia, come è successo in effetti a Paolo. Ma perché poi “incomincio a farmi sentire”? Vale a dire, quali sono le cause che mi determinano? Essenzialmente, è un trauma sull’anca e sulla parte inferiore della schiena, trauma dovuto ad uno sforzo eccessivo, a una caduta, a un appoggio un poco scorretto (anche per distorsione a una caviglia), a una fibrosi, a un’eccessiva attività podistica, ecc. Insomma, si verifica che divento rigido, più grande,  e per questa modificata fisiologia io vada a comprimere il nervo sciatico, causando l’intenso dolore che accusa il povero Paolo. Cosa possa aver fatto il mio amico, non lo so di preciso… e forse nessuno lo potrà sapere, vista la scarsa letteratura in materia. Comunque, una volta che sono stato diagnosticato, ecco come posso essere curato:

prima fase (statica) di recupero, per dar modo alle fibre di ricomporsi

– riposo

– antinfiammatori

seconda fase (non invasiva), per un primo sollecito delle fibre lesionate

– massaggi

– stretching

– impacchi caldi/freddi

terza fase (attiva), ritenuta idonea per il completo ripristino delle fibre                                                                                                                  

– tecar terapia

– ultrasuoni

Tempi di guarigione? Se sono curata bene…, tolgo il disturbo in circa 3 settimane.

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