Quella sensazione di onnipotenza dei podisti

Stupisce in chi li vede, soprattutto se gli astanti sono sedentari, la bella immagine di gioia e di allegria che diffondono i podisti al loro passare. Quanta differenza, rispetto ad anni fa, quando la stessa immagine era salutata dai soliti sedentari da un perentorio e sarcastico: “Ma jateve a cuccà…!” A pensarci bene, sembra di trovarsi in ere geologiche più avanti, eppure sono trascorsi solo alcuni decenni. Come sia stato possibile questa trasformazione dei costumi e delle abitudini, non è oggetto del presente; ma come i podisti riescano a trasmettere agli altri questa immagine di sé, questo sì, ed è esattamente  quello che si vuole mettere in evidenza. Cosa succede nell’animo dei podisti, cosa si accende in loro, con l’esercizio della corsa, tanto da far trasparire questo alone di felicità?

La ragione principale, che fa’ da corollario a tutta l’argomentazione, risiede nella difficoltà dei tempi che viviamo. Per il modo di condurre l’esistenza, c’è troppa distanza fra il singolo individuo e la complessità dei problemi generali e particolari, riconducibili al suo vivere caotico in società e alla costante minaccia a cui è sottoposta la sua salubrità fisica. Quando il podista “scopre” la corsa, in realtà scopre un mondo nuovo e sconvolgente rispetto ai canoni della sua precedente esistenza, in grado di fargli mutare la sua stessa condizione di vita. Considerando che poi il fenomeno corsa si è sviluppato in maniera esponenziale, egli trova sempre qualche “collega” che gli fa’ molto volentieri compagnia. Avviene per così dire per il podismo quello che a ragione si può dire per il noto adagio popolare che “una ciliegia tira l’altra”. Dapprima, il singolo podista “scopre” la corsa e tutti i benefici che essa comporta: perdita di peso, miglioramento dell’umore, conoscenza corporea, autostima, miglioramento delle abitudini alimentari, eccetera. Poi, si accorge di non essere il solo a possedere questo che solo usando un eufemismo si può definire “hobby”, anzi, che lo hanno in tanti, attorno a lui e che è più opportuno definirlo “stile di vita”. Come risultato finale…, ci si allena in gruppo, in relazione agli orari di lavorativi e familiari di ciascuno. Ma, statene certi, i podisti trovano sempre il modo di mettere d’accordo i loro impegni, facendoli collimare perfettamente e costantemente con i loro appuntamenti podistici, allenamenti e gare che siano.

A ciò si deve aggiungere, anzi, sottolineare che i podisti hanno la percezione di raggiungere un vero obiettivo, quando si allenano o gareggiano, vale a dire quando corrono. Essi si rendono conto, lo sentono sulla loro pelle, nel loro respiro, nel loro sforzo nel compiere quel gesto, che sono riusciti a mettere in pratica la loro fisicità, a mettere cioè in moto tutto il loro organismo che madre natura gli ha donato: la bellezza dello stare bene in salute e di ammalarsi raramente, l’avere un buon rapporto con il cibo, il comunicare con il proprio corpo, il farsi prendere e circondare da tutte le endorfine… Agli altri, ai sedentari, questo non è dato sapere…

Ecco perché coloro che li vedono passare, così leggeri, allegri e colorati, sono presi da un senso di disagio, che in effetti li ammutolisce. E non hanno tutti i torti!

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