L’Atletica Leggera che ci piace

Andare on line per il mondo… allarga il nostro orizzonte conoscitivo ed inoltre ci fa’ vedere cose che altrimenti vedremmo solo durante la notte mentre dormiamo, o nei momenti della giornata quando finalmente riusciamo a pensare ai nostri sogni. E’ il caso di questa splendida immagine, catturata qualche ore fa in rete. Essa ritrae una “situazione podistica” che per noi italiani ha dell’inverosimile: una famiglia sugli spalti di uno stadio. Descriviamola…

Essenzialmente, c’è una coppia di podisti, marito e moglie, o compagno e compagna, fate voi. Intorno a loro due s’intravede qualche altro atleta, perché si notano delle scarpette messe lì a prendere un po’ d’aria nel tipico atteggiamento di chi le ha tolto per cambiarsele. E che si sia fatta una qualche gara di corsa, verosimilmente di fondo, lo si desume dalle gambe rialzate del nostro “marito-compagno” che tra l’altro, oltre ad essere molto sudate sono decisamente filiformi, proprio come devono essere e sono le gambe di chi è abituato a correre per molti chilometri. Ma la cosa più sorprendete, e secondo noi bellissima, è che la “moglie-compagna” sta allattando un bambino…! La mamma è intenta nel gesto come una qualsiasi mamma di questo mondo, con amore e tenerezza, ma anche con… abbigliamento sportivo…, il che fa’ presumere o che abbia già esperienza del genere alle spalle, o che comunque allattare un bambino non la distolga affatto dal condurre la sua solita esistenza…!

Questa è l’Atletica Leggera che ci piace: una società, una comunità, con al centro della sua vita quotidiana la pratica dello sport. Queste persone, còlte nella estemporaneità di un loro atto consueto, nulla sanno di campioni calcistici celebrati e ricchissimi, ad esempio, ma tutto sanno dei grandi valori formativi e civili che la pratica dell’Atletica Leggera comporta. Essi conoscono il valore dell’impegno e del sacrificio, viatico necessario per raggiungere gli obiettivi di una sanità fisica e mentale. Sono cittadini esemplari, senza avere la pretesa e la boria di esserlo, semplici e normali come tutti noi dovremmo essere.

Come è fortunato quel bambino…!

 

 

 

 

 

 

 

 

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