La felicità è… quando corrono i bambini!

Che gli uomini, da che mondo e mondo, vadano alla ricerca della felicità, è cosa risaputa; così come è ben noto il fatto che continuino a cercarla, dal momento che mai l’hanno conquistata… Qualcuno, anche molto acculturato e preparato, ne ha scritto in maniera meravigliosa, ma da quello che è dato sapere, l’ha raggiunta soltanto sul piano teorico. Qualcun altro, più semplicemente, l’ha intravista nel bacio della mamma, o comunque in quei pochi istanti in cui l’essere umano si ritrova al cospetto della propria sensibilità, come l’affannarsi a scalare una montagna e sentire la brama e la tensione della ricerca del conseguimento di un obiettivo. Ma se noi sorvolassimo come per magia sopra tutti i giudizi che si sono espressi sul modo di raggiungere la felicità, troveremmo una sicura concordanza nell’ammissione che essa è assolutamente fugace, dura solo pochi istanti, e che è uno stato eccezionale della nostra emotività, così forte e intenso, che non potrebbe umanamente durare perciò molto a lungo e che, infine, paradossalmente è meglio che sia così. Allora la felicità, bisogna concludere, non è altro che un insieme di rapidi momenti durante i quali la nostra sensibilità trae il giovamento maggiore possibile dalla nostra sensibilità. In altre parole, la felicità sono attimi di gioia.

Diciamoci la verità… Noi podisti la felicità la sentiamo soprattutto nel vedere i bambini correre. Sfidiamo chiunque, genitori o semplici spettatori, a non emozionarsi nel guardare quelle gambette mulinare…, e quelle faccine concentrate e sorridenti nello sforzo… Tenerezza e sguardo verso il futuro si uniscono alla speranza di un mondo migliore, in una istintiva aspirazione a concentrarsi su quello che di buono possiede l’animo umano… Ed è in questa enfasi di sentimentalità che trova posto e si manifesta la felicità… Pochi attimi, ma che durano in eterno, perché restano nella memoria di tutti, di chi ha corso e di chi ha visto correre.

 

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