E se volessimo correre con il nostro cane?

Assistiamo spesso a delle situazioni che ci fanno riflettere su quanto sia difficile, per un podista, abbinare la voglia di fare movimento con le necessità domestiche, sia per quanto riguarda gli orari di lavoro, sia per quello che attiene all’organizzazione delle faccende domestiche e sia infine per quelle evenienze, a volte improvvise e inderogabili, come quella per esempio di portare a spasso il cane. E se volessimo correre con il nostro cane?

L’idea non è balzana, potremmo cogliere, come si suol dire, due piccioni con una sola fava. Sta di fatto che il nostro migliore amico a quattro zampe deve uscire, almeno una volta, di casa, affinché

possa fare la sua passeggiata quotidiana. D’altronde, “così fan tutti” i possessori di cani. Anche se, francamente, li vediamo quasi sempre in… estrema difficoltà, “trascinati” come sono dai loro amici dalla lingua penzolante, che evidentemente vogliono sfogare in quei momenti la loro giustificata voglia di muoversi con rapidità, cioè in definitiva di correre. Per cui, ci ripetiamo la domanda: e se volessimo correre con il nostro cane?

La prima cosa da fare sarebbe quella di chiedere un consiglio al veterinario. Egli ci direbbe senza dubbio che non tutte le razze sono adatte a correre con il loro padrone. C’è una certa differenza al riguardo, ad esempio, fra un pastore tedesco e un bulldozer, fra un labrador e un bassotto. Poi, ci consiglierebbe di non farlo correre, possibilmente, sull’asfalto, ma in un qualche parco, perché potrebbe risentire dell’impatto duro col terreno dal momento che… non ha le scarpette come noi. Infine, di comprargli non tanto il guinzaglio quanto la pettorina, così sarebbe più a suo agio nei movimenti. E, statene certi, ci guarderebbe con un misto di soddisfazione e di ringraziamento, perché avrebbe l’ennesima prova che vogliamo davvero bene al nostro cane.

Però, per parte nostra, è meglio non si parti in quarta in quanto a “chilometraggio” e “prestazioni”; pure se il cane, statene certi, sul piano podistico è molto, ma molto più in grado di noi, tuttavia, le prime volte, è meglio avere l’accortezza di fare uscite brevi, dell’ordine di un 3/4 km, non di più. Dobbiamo “allineare” il nostro passo con il suo. Intanto, dobbiamo riconoscergli che è lui che si adatta a noi, non viceversa. Sappiamo che il cane ha due possibilità di corse, rispetto a noi che ne abbiamo solo una: il trotto e il galoppo. I quadrupedi hanno questa particolarità: la fase di sospensione in volo della corsa, quella che fa’ maggiormente sviluppare la velocità, ce l’hanno solo nel galoppo, mentre nel trotto procedono alternando zampa anteriore sx e zampa posteriore dx, e viceversa, nell’atto del procedere tranquilli. Quando un cane corre con un essere umano, procede al trotto, alla velocità di circa 10/12 km/h. E meno male, perché se andasse al galoppo, raggiungerebbe la velocità di circa 50/70 km/h!

Forse, il problema si pone se siamo atleti “evoluti”, cioè di quelli che necessitano di allenamenti improntati alla massima efficienza, in quanto a correttezza stilistica e capacità di concentrazione. E’ un aspetto, questo, che al momento ci trova impreparati, anche se bisogna riconoscerne in partenza la difficilissima risoluzione. Sta di fatto che per un buona parte dei podisti possessori di cani sarebbe bello tornare a casa per allenarsi e sapere che dietro l’uscio c’è già il cane che l’aspetta, impaziente e scodinzolante, per uscire a correre con lui all’aria aperta.

E poi, facciamoci caso: come la corsa rilassa e scarica le tensioni per il podista, perché non dovrebbe sortire gli stessi effetti per il suo cane?   

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